giovedì 12 giugno 2014

Il Dio della bicicletta - ...quanta strada nei miei sandali!

...e quanta ancora da fare. Meno male, aggiungo. Non è il caldo improvviso, o un’altrettanta improvvisa recrudescenza della mia follia interiore, ma è il canticchiamento, piuttosto ossessivo, che mi accompagna da ieri sera, mercoledì 11 giugno, in cui si è svolta una bellissima presentazione sui generis di un libro altrettanto sui generis. Si tratta de Il dio della bicicletta, di Marco Ballestracci. La vostra Furiosa è intervenuta all’inizio della serata, organizzata presso la Ciclistica Rostese, semplicemente per introdurre l’autore che, accompagnato dal suo chitarrista Giorgio Pasino, ha dato vita ad una presentazione-spettacolo dei contenuti del suo libro, intervallati dalle principali canzoni italiane scritte per eroi del ciclismo. Il dio della bicicletta è una divinità bizzarra. Schiva, riservata, silenziosa. Preferisce agire, piuttosto che comparire tra tuoni, fulmini, lampi, fumo, o parlare in lingue morte tramite Sibille in trance. Si insinua nelle gambe di bambini e adolescenti dell’Italia degli anni della Seconda Guerra, o di quelli subito prima, che vivono poveramente nei piccoli centri rurali, immersi e forgiati in vite apparentemente dure persino per uno Spartano. Fa percorrere loro chilometri e chilometri in bicicletta, semplicemente per andare a scuola o a lavorare, attraverso tutti i fenomeni atmosferici, arrancando su salite impossibili, facendo affrontare loro rischi al cardiopalma che farebbero impallidire un adulto di oggi. Li trasforma in campioni, di gesti atletici e di volontà titaniche, al punto da infondere un po’ della propria aura divina in qualcuno di loro mentre sono ancora in vita, come il mitico Fausto Coppi, che è ancora in grado di far piangere di commozione i suoi collezionisti, o persino chi è nato lustri dopo la sua morte. Sarebbe troppo facile parlare di Coppi. I fiumi di inchiostro e le tonnellate di carta consumati per lui, dai giorni della sua vita fino ai giorni nostri, non sono più calcolabili. Marco Ballestracci, nel suo libro e nel suo spettacolo, sceglie di parlare anche di altre figure, meno note a livello planetario, ma altrettanto importanti nel mondo del ciclismo, che gli appassionati capaci di ricordare date e km potrebbero facilmente ritrovare.
Marco Ballestracci e il chitarrista Giorgio Pasino
Qualche volta si tratta di gregari, che il bizzarro e imprevedibile dio della bicicletta spinge a compiere grandi imprese quasi all’improvviso, facendoli uscire, per un momento, dalla loro posizione apparentemente “secondaria”.   Un’altra volta si tratta di rievocare l’atmosfera di leggenda sinistra nata in alcuni luoghi impervi, ostili, che hanno dato origine a tappe ciclistiche funestate da incidenti e morti quasi inspiegabili, da maledizione, come il monte Ventoux in Provenza.  Sono dieci racconti in cui si snoda la narrazione di un ciclismo anche lontano nel tempo, fatto soprattutto da uomini e dalla loro volontà, ben distinto dal circo mediatico odierno e dalle telecamere invadenti che lo spettacolarizzano, distraendo l’attenzione dall’uomo e dalla passione. In alcuni casi si parla anche di tifosi, collezionisti dalla rara capacità di distinguere la bicicletta di un determinato corridore in mezzo alle altre, e di appassionati in grado di parlare dei loro atleti preferiti rivestendoli delle terzine dantesche o di quelle omeriche. E’ un libro che a suo modo ha catturato anche me, che sono parecchio distante da questo mondo, per quanto siano proprio di ciclisti i primi nomi di sportivi che ho imparato da bambina, sentendoli ripetere ossessivamente in televisione dall’onnipresente Adriano De Zan in determinati periodi dell’anno. Merckx e Gimondi (e in sottofondo De Zan ), Merckx e Gimondi, Merckx e Gimondi: uno scioglilingua, un’invocazione agli dei, una maledizione/benedizione misteriosa, uno scongiuro contro tutti i mali. Ecco cosa pensavo da bambina sentendoli in cantilena...se avete provato qualcosa di simile nella vostra infanzia, se siete appassionati di ciclismo e volete uno sguardo inconsueto su questo mondo, o semplicemente se volete allargare i vostri orizzonti, allora Il dio della bicicletta è il libro che fa per voi, e Marco Ballestracci la voce narrante da ascoltare dal vivo quando verrà nelle vostre città!

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