lunedì 23 marzo 2015

Piccole e grandi scoperte#14 - Spunti di lettura sesta puntata

Questa volta siamo in visita di una libreria di Trieste con l’iniziativa curata da Giuseppe Culicchia  su Tuttolibri. A voi i sui tre consiglidi lettura:

IL MINOTAURO GLOBALE di YANIS VAROUFAKIS: Nell'America post-bellica gli Stati Uniti distrussero la realtà preesistente non una bensì due volte, per crearne di nuove. La prima volta non avevano altra scelta. La Seconda guerra mondiale aveva imposto all'America il ruolo di ideatore di realtà, sia pure contro la sua volontà. Ed essi risposero brillantemente, con un Piano globale che diede avvio alla stagione più felice del capitalismo globale. Quando poi il Piano globale ebbe raggiunto la sua data di scadenza, gli Stati Uniti non persero più tempo a tergiversare o a "studiare" la realtà esistente. Piuttosto, cercarono attivamente di disintegrare la realtà che stava già degenerando, in modo da provocare una decisiva crisi mondiale da cui sarebbe uscita una realtà ben più nuova e vitalissima: "Minotauro globale". Per la seconda volta nella sua storia, l'America aveva ridisegnato il mondo non tanto a propria immagine e somiglianza, bensì in un modo che aveva trasformato una strisciante debolezza in una maestosa egemonia. La chiave del successo dell'America fu il riconoscimento dell'indispensabilità di un meccanismo di riciclo delle eccedenze globali (GSRM). L'egemonia differisce dal dominio, o dal volgare sfruttamento, in quanto il vero egemone capisce che il suo potere deve essere rialimentato non mediante l'ulteriore prelievo dai suoi sudditi, bensì dall'investimento nelle loro capacità per generare eccedenze. Per togliere ai suoi sudditi, l'egemone deve padroneggiare l'arte di dare in cambio...

UOMINI IN GUERRA di ANDREAS LATZKO: Uomini in guerra è un romanzo in sei episodi: dalla partenza per il fronte al ritorno a casa passando per l'arrivo in prima linea, il battesimo del fuoco, l'assalto notturno, la disfatta... Lo scrive un ufficiale dell'esercito austro-ungarico inviato sul fronte italiano e diventa subito un best seller, tradotto in 19 lingue, nonostante sia bandito da tutte le potenze belligeranti. La sua forza è incontenibile. Racconta il fronte, le illusioni dell'inizio ma soprattutto il dramma della prima linea e della guerra, ogni guerra. Non ci risparmia nulla. Non lo fa in ritardo ma prima degli altri, nel 1917, quando ancora i soldati sono mandati in massa all'assalto delle trincee nemiche. E per questo è probabilmente il primo libro di denuncia della carneficina della Grande Guerra. Persino Hitler e i nazisti decidono che quest'opera scomoda deve scomparire e la bruciano nei roghi dei libri del 1933.
Ora quello che è giustamente considerato un vero e proprio classico torna dopo molti decenni di assenza dalle librerie con una nuova traduzione per ricordare ancora una volta la verità che si celava dietro le bandiere, dietro le canzoni e gli inni patriottici...

IL VISITATORE di ERIC EMMANUEL SCHMITT: Aprile 1938. L' Austria è stata da poco annessa di forza al Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono perseguitati ovunque. In Berggasse 19, celeberrimo indirizzo dello studio di Freud, il famoso psicanalista attende affranto notizie della figlia Anna, portata via dalla Gestapo. Ma l'angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra spunta infatti un inaspettato visitatore che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una conversazione sui massimi sistemi. Il grande indagatore dell'inconscio è insieme infastidito e incuriosito. Chi è quell'importuno? Cosa vuole? È presto chiaro che quel curioso individuo in frac non è un ladro né uno psicopatico in cerca di assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l'esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? La discussione che si svolge tra il visitatore e Freud, e che costituisce il grosso della pièce, è ciò che di più commovente, dolce ed esilarante si possa immaginare: Freud ci crede e non ci crede; Dio, del resto, non è disposto a dare dimostrazioni di se stesso come se fosse un mago o un prestigiatore. Sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perché permette tutto ciò?

A presto.


SimoCoppero

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