giovedì 28 giugno 2018

Joël Dicker – La scomparsa di Stephanie Mailer – Che intrico!

LoreGasp


Il gruppo de I thriller di Edvige e altro tra le righe, gestito da Cristina Mazzuccato e Valentina Lanino, organizza dei gruppi di lettura online condivisa tra i suoi membri. Ogni condivisa dura un mese, in cui i lettori leggono e recensiscono un libro scelto tramite un sondaggio precedente.

Questa è la seconda volta che partecipo anch’io (il precedente romanzo era La lunga notte del Detective Waits, ma non ho ancora messo le mani sulla tastiera per scriverne), e finalmente riesco a mettere giù i miei pensieri prima della scadenza del mese. Io e i gruppi di lettura abbiamo sempre qualche difficoltà di sincronia: trovo il modo, spesso, di essere in ritardo sulle letture o sulle scritture.

Indubbiamente, un buon incentivo, questa volta, è stato il romanzo scelto, La scomparsa di Stephanie Mailer di Joël Dicker. Conoscevo l’autore per aver letto e recensito La verità sul caso Harry Quebert cinque anni fa, per il blog Sangue d’inchiostro. Un altro bel pacchetto di pagine (704 il primo, 779 il secondo), uno stile a tratti verboso, un certo gusto piuttosto tenace per i flashback, personaggi qualche volta al limite del credibile, fino ad essere un po’ fuori di testa, e una storia ricca di misteri, vicoli ciechi, colpi di scena.

Ne La scomparsa di Stephanie Mailer siamo a Orphea, nello stato di New York. Una cittadina tranquilla, nella regione degli Hamptons, in cui la criminalità è semi-azzerata e la vita ha i ritmi rallentati di altre epoche. Nel 1994, nel tentativo di vivacizzare l’atmosfera sonnacchiosa della città, l’amministrazione crea un festival teatrale. È la prima emozionante edizione, che passa alla storia non solo per essere quella che apre la serie, ma perché la sera dell’inaugurazione il sindaco di Orphea e la sua famiglia vengono barbaramente uccisi in casa loro.  Davanti al loro vialetto, una vittima collaterale, probabilmente attirata dal rumore degli spari: Meghan Padalin, una giovane donna che faceva jogging nel parco, uccisa con un colpo alla nuca.

Due giovani poliziotti brillanti, Jesse Rosenberg e Derek Scott, risolvono in poco tempo il mistero, arrestando un uomo di nome Ted Tennenbaum, che era noto per i suoi contrasti con il sindaco.
Vent’anni più tardi, nel 2014, Jesse Rosenberg, detto Capitan 100%, a causa della sua lusinghiera statistica di casi risolti nella sua carriera, sta festeggiando la sua ultima settimana nel corpo di polizia di stato di New York, per dedicarsi ad un suo progetto personale. Stephanie Mailer, brillante giornalista locale, lo avvicina per congratularsi per la nuova vita che sta per iniziare e per sottolineare che, nel 1994, quel caso di pluriomicidio non è stato risolto affatto con l’arresto di Tennenbaum. Il vero colpevole era sfuggito all’arresto e con tutta probabilità ancora a piede libero a godersi la vita.

Per quanto incredulo, Jesse Rosenberg non può lasciar passare un’affermazione di questo genere senza verificarla, ma prima che possa fare qualcosa, Stephanie scompare misteriosamente.
Questo è l’inizio di una lunga corsa nel tempo e nello spazio, tra Orphea e New York, alla ricerca di Stephanie e soprattutto alla ricerca di questo fantomatico assassino rimasto impunito da vent’anni. Jesse Rosenberg riesce, con un po’ di difficoltà, a far riaprire il caso del pluriomicidio, ricevendo l’ultimatum di risolverlo in pochissimi giorni. Per una “strana” coincidenza, si sta avvicinando la data dell’edizione annuale del festival teatrale di Orphea, dove tutto ha avuto inizio… quale cornice migliore per rivelare il volto dell’assassino?

Da questo momento in avanti, è come se si fosse scoperchiato un pozzo, da cui fuoriescono ricordi e… personaggi. Ad ogni passo della rilettura del caso, inciampiamo in un nome nuovo. Facciamo conoscenza con intere famiglie, in un turbinio di nomi e spiegazioni dei loro ruoli, rievocazioni dei loro ricordi e di cosa stavano facendo al momento degli omicidi. Se a metà del libro avete l’impressione di aver incontrato metà della popolazione di Orphea, non temete: non è un’impressione, è così.

Vi è mai capitato di andare in una festa dove conoscete solo il padrone di casa o al massimo l’amico che vi ci ha portato? E che improvvisamente, il suddetto si improvvisa cicerone, vi afferra il braccio e vi porta in giro dicendovi: “non conosci nessuno, qui? Ah, niente paura, te li presento tutti io!”
E poi veramente lo fa?

Ecco, l’autore fa esattamente così. Sospetto che gli sarebbe piaciuto fare il poliziotto, oltre allo scrittore, per cui è meticolosissimo nel farci incontrare e conoscere tutti i personaggi coinvolti nella situazione, e non sono pochi. Giorni fa espressi il desiderio di dare un’occhiata agli appunti dell’autore per questo romanzo: solo per vedere se essermeli immaginati come la piantina della metropolitana di Londra corrispondeva a verità…

Scoprirete l’assassino insieme a Jesse e Derek, ma prima finirete in una serie di vicoli ciechi e false verità che potrebbero rischiare di stancarvi. Se avete già letto i precedenti romanzi di Dicker, conoscete il suo amore per le storie lunghe e ripiene di tutto quello che può accadere sotto il sole alla specie umana. Se siete pazienti, e sopportate che vi porti in giro qualche volta un po’ a vuoto, allora troverete un libro simpatico, che vi ha raccontato una storia ricca, a tratti lenta, quasi insabbiata.

Altrimenti, se preferite le azioni veloci e ritmate, e un po’ meno di follia nei personaggi (alcuni sono davvero spassosi, al limite del credibile), dovrete rivolgervi ad un altro testo.

Se ripenso a questa lettura, mi accorgo che avevo bisogno di un libro simile, in questo momento, per rallentare un po’ e mettere a fuoco qualche pensiero molesto di vita che cerca di attirare la mia attenzione da qualche tempo. 
L’ho trovato rispecchiato in certi lati nascosti di Jesse e ripetuto nella vita di alcuni comprimari: questo mi ha aiutato a osservarlo da un’altra visuale e senza emozioni particolari. Questo ha contribuito a lasciarmi un buon ricordo de La scomparsa di Stephanie Mailer, per quanto non credo che lo rileggerò molto presto. Sono ancora un po' frastornata da tutti i nomi e le vite contenuti in quelle pagine...

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