giovedì 3 agosto 2017

Marco Ieva – Sottile Notte – Le mille facce della crudeltà.

LoreGasp

Marco Ieva è uno degli autori che intervennero a giugno al Salottino dei Libri di Buttigliera Alta, e scelse di farsi conoscere attraverso Nella fine è il mio principio, di Agatha Christie. Sottile notte, pubblicato da Echos Edizioni, è il suo secondo romanzo.

Con la linearità che mi contraddistingue, ho iniziato da questo a conoscere l’autore, piuttosto che partire dal primo, Marmellata rossa (che è attualmente in lettura).
Il titolo mi intrigava, e ha finito per riservarmi sorprese, una più gradita dell’altra.

Tanto per iniziare, una trama complessa in cui ogni personaggio e il suo filo di vita s’interseca stretto stretto con gli altri, per dar vita ad un disegno gradevole, crudele e tridimensionale. Non c’è piattezza, qui. Un certo disincanto che copre una rabbia mal contenuta che esplode con focolai violenti qua e là, in diversi personaggi, anche quelli più mansueti. Tutti vengono messi a dura, durissima prova, per cui ogni tanto la loro corazza sociale e umana si spacca.

Siamo a Torino e dintorni, come da sinossi:
È una gelida notte d'inverno. Tutto è immobile, avvolto dal freddo umido che chiude le persone oneste in casa. Torino è spenta, ogni movimento ridotto al minimo. Ma è una calma apparente, il silenzio che precede l'esplosione. In un quartiere qualunque della città un gruppo di giovani squatter cammina svogliato sul marciapiede parlottando, una donna attende ansiosa in macchina, vicino ad un furgone parcheggiato. Ad un tratto un allarme spacca il silenzio e in una manciata di secondi l'equilibrio crolla. Un uomo esce minaccioso di casa, sale in macchina e parte, diretto verso le zone sordide della metropoli, dove la vita non teme il freddo e segue regole che solo chi le frequenta conosce. Chi è quell'uomo? E perché c'è qualcuno che lo sta seguendo? È l'inizio di una efferata catena di eventi o è invece il termine di una spietata caccia al tesoro?...

E questo lo scopriamo solo leggendo. Fin dall’inizio, veniamo catapultati in un’atmosfera carica e impregnata di sensazioni contrastanti, tutti molto forti. Più personaggi scendono in campo insieme, intersecando le loro vite strozzate in una sola notte. La donna che attende nascosta e scossa da un batticuore impetuoso per quello che sta per fare, gli squatter che sembrano ciondolare senza meta e senza scopo, ma attenti a non fare troppi passi falsi, un criminale meschino dal cuore basso e svuotato di tutto ciò che è buono che si predispone a passare la sua solita notte di prevaricazione e di violenza.

Sono solo le prime mosse di una lunga e complicata partita a scacchi, in cui questi personaggi aprono il movimento, tirandosi dietro gli altri “pezzi”, tutti legati a loro da rapporti di amicizia, parentela, rivalità, o comunanza nel crimine. Ciascuno è coinvolto nella sua personale lotta senza quartiere, e quasi nessuno si presenta volentieri con il proprio vero nome, o il proprio aspetto al naturale, che camuffano sotto nomignoli e parrucche. Per vergogna e dolore, come la giovane e bellissima Eleonora, sfigurata da un acido gettatole addosso per errore dovuto alla superficialità arrogante di un piccolo criminale di mezza tacca convinto di essere la reincarnazione di Don Corleone. Per volontà di sopravvivenza e feroce desiderio di vendetta, come Adele, apparente squatter uscita da un passato di abusi terribili che la spinge a cercare e sopprimere il suo carnefice intoccabile. Per sviare le curiosità da se stessa e dalla sua competenza, come nel caso della giovane ispettrice trasferita da Aosta, troppo in sovrappeso e con troppe domande in cerca di risposta, da troppo tempo.

Cosa cercano questi personaggi che s’incontrano, scontrano, scompaiono e ricompaiono l’uno nelle vite dell’altro lasciando passaggi e cicatrici?

Riscatto, vendetta, pace, una vita dignitosa, una carriera ai piani alti del crimine, soddisfazione dei propri appetiti poco discutibili. E per raggiungere i loro obiettivi sono pronti a tutto, anche a trasformarsi da buoni cittadini tranquilli in efferati vendicatori.

Ho nominato solo alcuni dei personaggi, tutti principali. Anche quelli apparentemente minori, con poche battute, hanno una grande importanza e ruolo per il funzionamento generale della grande partita a scacchi contro l’astuzia e la violenza umane.

Leggere questo libro, per me, è equivalso a recuperare l’attenzione per i particolari, e l’esercizio della memoria. Niente è lasciato in secondo piano, e tutto s’incastra insieme in modo naturale, quasi fosse un grandissimo Tetris colorato e macabro, con il suo disegno finale ben in evidenza.

Marco Ieva, l’autore, si rivela fortissimo allievo dell'immensa maestra dei libri gialli di tutti i tempi, Agatha Christie. Nella fine è il mio principio, come detto all'inizio, è un capolavoro di finzione in cui nessuno corrispondeva a chi diceva di essere, e tutto prendeva una piega e una risoluzione finale completamente nuova e inaspettata. Lo chiamai “maestro del depistaggio” per la naturalezza con cui sapeva condurci verso una strada lontana dalla verità, e che emerge molto chiaramente in questo romanzo, una sorta di Cluedo allargato in cui le stanze del delitto si estendono ad un’intera città.


Volete sopravvivere al caldo? Accanto al ventilatore, sistemate la poltrona e una copia di Sottile notte. Dimenticherete qualunque temperatura al di sopra dello zero. 

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