Marco Ieva è uno degli autori che intervennero a giugno al
Salottino dei Libri di Buttigliera Alta, e scelse di farsi conoscere attraverso
Nella fine è il mio principio, di Agatha Christie. Sottile notte, pubblicato da
Echos Edizioni, è il suo secondo romanzo.
Con la linearità che mi contraddistingue, ho iniziato da
questo a conoscere l’autore, piuttosto che partire dal primo, Marmellata rossa
(che è attualmente in lettura).
Il titolo mi intrigava, e ha finito per riservarmi sorprese,
una più gradita dell’altra.
Tanto per iniziare, una trama complessa in cui ogni
personaggio e il suo filo di vita s’interseca stretto stretto con gli altri,
per dar vita ad un disegno gradevole, crudele e tridimensionale. Non c’è
piattezza, qui. Un certo disincanto che copre una rabbia mal contenuta che
esplode con focolai violenti qua e là, in diversi personaggi, anche quelli più
mansueti. Tutti vengono messi a dura, durissima prova, per cui ogni tanto la
loro corazza sociale e umana si spacca.
Siamo a Torino e dintorni, come da sinossi:
È una gelida notte
d'inverno. Tutto è immobile, avvolto dal freddo umido che chiude le persone
oneste in casa. Torino è spenta, ogni movimento ridotto al minimo. Ma è una
calma apparente, il silenzio che precede l'esplosione. In un quartiere
qualunque della città un gruppo di giovani squatter cammina svogliato sul
marciapiede parlottando, una donna attende ansiosa in macchina, vicino ad un
furgone parcheggiato. Ad un tratto un allarme spacca il silenzio e in una
manciata di secondi l'equilibrio crolla. Un uomo esce minaccioso di casa, sale
in macchina e parte, diretto verso le zone sordide della metropoli, dove la
vita non teme il freddo e segue regole che solo chi le frequenta conosce. Chi è
quell'uomo? E perché c'è qualcuno che lo sta seguendo? È l'inizio di una
efferata catena di eventi o è invece il termine di una spietata caccia al
tesoro?...
Sono solo le prime mosse di una lunga e complicata partita a
scacchi, in cui questi personaggi aprono il movimento, tirandosi dietro gli
altri “pezzi”, tutti legati a loro da rapporti di amicizia, parentela, rivalità,
o comunanza nel crimine. Ciascuno è coinvolto nella sua personale lotta senza
quartiere, e quasi nessuno si presenta volentieri con il proprio vero nome, o
il proprio aspetto al naturale, che camuffano sotto nomignoli e parrucche. Per
vergogna e dolore, come la giovane e bellissima Eleonora, sfigurata da un acido
gettatole addosso per errore dovuto alla superficialità arrogante di un piccolo
criminale di mezza tacca convinto di essere la reincarnazione di Don Corleone. Per
volontà di sopravvivenza e feroce desiderio di vendetta, come Adele, apparente
squatter uscita da un passato di abusi terribili che la spinge a cercare e
sopprimere il suo carnefice intoccabile. Per sviare le curiosità da se stessa e
dalla sua competenza, come nel caso della giovane ispettrice trasferita da
Aosta, troppo in sovrappeso e con troppe domande in cerca di risposta, da
troppo tempo.
Cosa cercano questi personaggi che s’incontrano, scontrano,
scompaiono e ricompaiono l’uno nelle vite dell’altro lasciando passaggi e
cicatrici?
Riscatto, vendetta, pace, una vita dignitosa, una carriera
ai piani alti del crimine, soddisfazione dei propri appetiti poco discutibili.
E per raggiungere i loro obiettivi sono pronti a tutto, anche a trasformarsi da
buoni cittadini tranquilli in efferati vendicatori.
Ho nominato solo alcuni dei personaggi, tutti principali.
Anche quelli apparentemente minori, con poche battute, hanno una grande
importanza e ruolo per il funzionamento generale della grande partita a scacchi
contro l’astuzia e la violenza umane.
Leggere questo libro, per me, è equivalso a recuperare
l’attenzione per i particolari, e l’esercizio della memoria. Niente è lasciato
in secondo piano, e tutto s’incastra insieme in modo naturale, quasi fosse un
grandissimo Tetris colorato e macabro, con il suo disegno finale ben in
evidenza.
Marco Ieva, l’autore, si rivela fortissimo allievo dell'immensa
maestra dei libri gialli di tutti i tempi, Agatha Christie. Nella fine è
il mio principio, come detto all'inizio, è un capolavoro di finzione in cui nessuno corrispondeva a chi
diceva di essere, e tutto prendeva una piega e una risoluzione finale completamente nuova e inaspettata. Lo chiamai “maestro del depistaggio” per la naturalezza con cui
sapeva condurci verso una strada lontana dalla verità, e che emerge molto
chiaramente in questo romanzo, una sorta di Cluedo allargato in cui le stanze
del delitto si estendono ad un’intera città.
Volete sopravvivere al caldo? Accanto al ventilatore,
sistemate la poltrona e una copia di Sottile notte. Dimenticherete qualunque
temperatura al di sopra dello zero.
SONO LUSINGATO ed emozionato. GRAZIE
RispondiEliminaGrazie a te per averci fatto conoscere i tuoi libri!
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