Se penso ai libri che ho letto negli ultimi due mesi, dal Salone del Libro 2018 in avanti, direi che la parola "disordinato" è quella che maggiormente si avvicina. Ho mescolato un sacco di generi, sono andata avanti e indietro nel tempo. Sono passata da guerrieri ed eretici a poliziotte d’acciaio, detective rintronati, festival letterari con delitto, gatti e cani saggi, entrata in case da ristrutturare, ho salutato traditori biblici e occhieggiato ritorni di personaggi spaventosi. Noir, fantasy, storico, giallo, rosa, urban fantasy, energy. Quest'ultimo non so se esiste come genere, ma se non c'è... lo creo io.
Poiché si tratta delle mie letture, mio è anche il disordine.
Il lato Furioso della Lettrice, quello che spinge ad accumulare titoli su titoli, è ancora ben vivo. Mentre l’altra lettrice, quella che Sussurra ai Libri, è intenta ad ascoltare con attenzione i titoli che prende in esame, impazza il vortice degli argomenti che si accumulano in forma cartacea dovunque ci sia una superficie piatta: mensole, tavolini, davanzali, sedie, angoli di pavimenti lasciati incustoditi.
Quali titoli mi hanno portato in giostra, in questo periodo? Vado in ordine sparso, perché tanto stiamo parlando di disordine. Per trovare un punto fermo in questo caos, parto dal Salone del Libro 2018, a maggio. Il libro di Luisella Ceretta, 1982. Viaggio nel tempo, mi ha influenzato non poco. Quattro donne di età, carattere, estrazione diverse, ma tutte legate da rapporti di amicizia e parentela, si accingono a festeggiare il ventesimo compleanno di Giulia, la più giovane. Saltano in macchina, una Panda molto vissuta, e quando scendono dall’autolavaggio in cui sono passate, si ritrovano nello stesso posto, con una differenza di vent’anni in meno.
Dal 2002 sono passate al 1982. Siamo a luglio, e più precisamente il 12 luglio, il giorno della celeberrima finale del Mundial spagnolo, che l’Italia vinse in modo così eclatante contro la Germania, alla fine di una rincorsa spettacolare, iniziata dagli ultimi posti e in sordina. Una bizzarra anomalia nel tessuto tempo-spazio fa sì che queste quattro donne si trovassero di fronte ad altrettanti eventi importanti nella loro vita: momenti decisivi, che hanno lasciato qualche strascico, e… pure la nascita. Giulia si rivede piccolo spicchio umano, con tutta l’emozione dei suoi genitori appena diventati tale.
Quando ho ripensato a quel giorno del 1982, sono venute su diverse emozioni che erano rimaste tappate lì. Come per la lettura di Bianchini, Nessuno come noi, ho lasciato andare qualcosa che pesava. È stato terapeutico!
E poi, è stato un susseguirsi di viaggi per spazio e per tempo. Con La verità dei gelsi, di Annamaria Blogna, ho seguito il percorso di uno stilista affermato che ricostruisce la storia della propria famiglia, dalla combattiva bisnonna degli ultimi dell’Ottocento della piccola nobiltà siciliana fino ai giorni attuali. Una storia piena di segreti, di verità rimandate, di successi e fallimenti brucianti. Si dice sempre che la verità viene a galla, ed è così. È necessario, però, scegliere il momento adatto, come per i gelsi. Se li mangi troppo presto, il tuo palato registrerà solo acerbo e sgradevole. Se troppo tardi, il gusto sarà stravolto dallo zucchero e dalla maturazione eccessiva. Il giusto mezzo, il giusto momento… è quello che ti regala la dolcezza indimenticabile. Esattamente come accade per le verità tenute nell’ombra, da svelare.
Ne L’assassino dell’Inquisitore, di Francesco Cordero di Pamparato (2017, Araba Fenice) e Il margine dell’Alba, di Mariangela Cerrino (2017, Golem Edizioni), sono andata a vivere per un po’ in Val di Susa, nei secoli passati. Due località che quasi si sovrappongono, ma in tempi diversi. Nel primo libro, mi sono accodata silenziosa alle indagini per fare chiarezza sull’assassinio di un inquisitore nella chiesa di San Francesco a Susa, in pieno XIV secolo. Un altro domenicano, Padre Pavonio, viene inviato a indagare in mezzo ai francescani sconvolti per questo assassinio. Non sarà una questione facile. Da un lato i monaci semplici, che non sanno come aiutarlo se non riferirgli dei movimenti dell’inquisitore assassinato, e dall’altro un’intera città, Susa, poco disposta a essere amichevole verso la presenza di Roma impersonata dal domenicano. È un periodo tumultuoso di eresie, cacce cruente all’eretico, e insofferenza verso le ingerenze della Chiesa. I cosiddetti eretici che vivono dalle parti di Susa scalpitano, e non rendono le cose semplici a Padre Pavonio, che vuole solo cercare la luce della verità.
Con Il margine dell’alba siamo quasi nelle stesse zone, da cui ci allunghiamo spesso nella vicina Francia, a Briançon. Due secoli dopo, 1540. Francia e Spagna non si risparmiano colpi in interminabili guerre, cattolici ed eretici non si tollerano gli uni con gli altri. Questo è lo sfondo poco tranquillo delle vicende di due uomini e le loro famiglie, e i loro fantasmi: Jean Louis Arlaud, il feroce e indomito Capitano Lacazette e Etienne Villard, figlio sopravvissuto di un nobile giustiziato perché valdese. La loro amicizia è forte, ricca di sentimento e ombre, tante ombre: queste esploderanno con violenza nel momento in cui entrambi dovranno fare una scelta.
Sono poi saltata nello spirito di un uomo che vive nella sua realtà, in Cari Armati di Marco Ieva (2017, Echos Edizioni): fino alla fine ho cercato di capire, di ricollegare eventi, di trovare una spiegazione. La scoperta finale è stata dolceamara, e mi ha confermato che… non esistono confini. Non esistono limiti, non esistono definizioni.
Ci lasciamo sfuggire l’occasione di fare sport? No, con Fullball di Paolo Bertini (aprile 2018, Golem Edizioni), si va alla riscoperta di cos’era il calcio giocato in anni passati, dove il calcio-scommesse, gli ingaggi miliardari e i calciatori top-model dovevano ancora nascere. Un sapore passato, pochi colori e tanti valori.
Mi giro a dare un’occhiata alla pila dei libri letti sulla scrivania. Riguardo la lunghezza di questo post, che si è dilatato a dismisura. L’accumulatrice Furiosa può dirsi soddisfatta. Mancano all’appello ancora tanti personaggi e tanti titoli: Rosa Lopez de Lo stupore della notte, Piergiorgio Pulixi (2018, Rizzoli). Una poliziotta super… ma questa parola non descrive nemmeno un decimo di quello che è questa Donna Selvaggia. La Clarissa Pinkola-Estes la troverebbe interessante.
Il suo contraltare, almeno in superficie, è Eleanor Oliphant di Eleanor Oliphant sta benissimo, Gail Honeyman (2017, Garzanti). È una donna spezzata, bruciata, immersa nel silenzio e nella solitudine, quando la conosciamo. Tuttavia, tutto quello che vive, anche se in apnea e ai minimi termini, prima o poi esplode in una fioritura senza precedenti. Eleanor ne sarà un bellissimo esempio.
A proposito di fioritura… siamo in estate e tutto fiorisce, è colorato, al massimo del proprio splendore. A qualcuno non piace poi così tanto, tutta ‘sta vita in esibizione. Soprattutto se non puoi ricavarci soldi. Franco Zanna lo apprende quasi a sue spese in Stagione di cenere, di Pasquale Ruju (2018, Edizioni e/o). Ancora una volta, è una fotografia sbagliata alla persona sbagliata a far correre rischi molto, molto seri al paparazzo in perenne lotta con il Nero. Credete che questo lo fermi, e lo convinca a stare nel suo bar preferito, ad ascoltare la sua barista preferita, e limitarsi a dare la caccia a qualche amoretto proibito da documntare, di quelli che in Sardegna nascono così prolifici d'estate? No. Vedrete.
Quasi in solitaria, se paragoniamo lui e il suo cerchio di amicizie ridotto con l’imponente staff al gran completo della Casa Bianca, quello che sta cercando di impedire che il Presidente degli Stati Uniti scompaia sul serio… mentre lui sta cercando di impedire, a sua volta, che il mondo conosciuto nella sua forma attuale scompaia davvero dalla scena del tempo. James Patterson e Bill Clinton (no, non un omonimo. Quello vero.), Il Presidente è scomparso (2018, Longanesi).
Mentre stavo tentando di riorganizzare la mia lista di lettura (illusaa), le altre tre vendicatrici di Carlotto-Videtta si sono presentate alla mia attenzione, portandosi dietro Stephanie Mailer, scomparsa quasi subito.
Dopo tanti scossoni, avevo bisogno di riposarmi un po’. Cosa c’è di meglio di un giardino, magari con uno stagno e ninfee? Magari proprio quelle immortalate da Claude Monet, il grandissimo impressionista? Niente, in effetti. Se non fosse che, in quel giardino famoso in tutto il mondo, qualcuno vi ha lasciato un cadavere… e la polizia che accorre va a disseppellire una storia triste e criminale, dalle radici lunghissime. Forse come quelle di una ninfea… Michel Bussi, Ninfee nere, Edizioni e/o (2011).
Non c’è pace tra gli ulivi. (Gran bel film, anche.) Pardon, tra le ninfee. L’ho cercata, e trovata, tra le pagine di Romanzo rosa, di Stefania Bertola (2012, Einaudi). Una garanzia di oasi d’umorismo dolce con qualche graffio. Se volete imparare a scrivere un romanzo rosa del famosissimo marchio Melody (un riferimento agli Harmony? No, no, tranquilli.:-D), dovete mettere in pratica i consigli ferrei della famosissima autrice Leonora Forneris, alias Maevis Glengarry. E non sgarrare. I Melody hanno i loro parametri per far sognare plotoni di lettrici in cerca di sogni, e si sa che squadra che vince non si cambia!
Ho sicuramente dimenticato qualche titolo. Quando prevale la Furia da Accumulo, la memoria passa in secondo piano. E la Lettrice Furiosa è più che soddisfatta, quando riesce a fare questi suoi salti editoriali, apparentemente senza capo né coda. Quella che Sussurra ai Libri è un po’ perplessa, ancora, ma è solo perché non è abituata a questi repentini cambi di direzione. È solo questione di allenamento…
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