Contemporaneamente all’Estate Tolkeniana, corre un’Estate al
Femminile. E’ un’estate in cui torno a
certe mie origini per riprendere alcuni pezzi miei che avevo accantonato e
trascurato, e da cui riparto per nuove strade, con una nuova visione, meditata,
creata e attuata completamente da me. Uno dei pilastri di questa visione è la
donna: la sua personalità, il suo modo di agire, il suo significato, il suo
ruolo, la sua presenza. Cos’è una donna? Chi è una donna? Sono diversi anni che
mi girano in testa queste domande inespresse. Le loro origini sono variegate,
complesse. Affondano nella realtà, negli esempi che posso vedere in torno a me,
e nei libri, classici, romanzi d’evasioni, saggi, che dipingevano cuori
femminili forti, sconfinati, coraggiosi, ma anche deboli, frivoli, traditori,
intriganti. Penso soprattutto ad alcuni romanzi e poemi del Settecento, in cui
spesso si mettevano in luce gli errori e i difetti umani, con particolare
insistenza su quelli femminili, che destavano particolare “scandalo”, e orrore.
Choderlos de Laclos e la sua spaventosa Madame de Meurteil, Alexander Pope e
la sua Belinda, sono i primi personaggi che mi vengono in mente. Restando nello
stesso secolo di questi due autori, il XVIII secolo, mi sono fermata nel paese
di uno di questi, la Gran Bretagna. In quegli anni, una giovane scrittrice crea
personaggi femminili affascinanti, nati nel suo mondo di piccolissima
aristocrazia, bucolico, riservato, gentile. In apparenza. Basta spostare le
cuffiette ornate, sbirciare sotto le giacche sobrie dei gentiluomini per
scoprire cuori da avventurieri, e spietatezze, seppur metaforiche, degne di
scenari di guerra, duelli verbali condotti con la stessa sete di sangue di
quelli combattuti con le lame, pur mascherati da maniere eccellenti e voci
composte. La giovane scrittrice è Jane Austen. Una vita brevissima, la sua, durata
solo 42 anni, spenta forse dal morbo di Addison, relativamente povera di
avvenimenti, ma florida e ricchissima come produzione letteraria. Mi ha sempre
colpito l’apparenza dimessa dei suoi scritti. Niente battaglie epiche, niente
eroismi, niente scenari esotici, niente navi in tempesta, nessuna fanciulla
minacciata da bruti/draghi/parenti cattivi, niente lacrime e svenimenti facili,
niente segreti terribili, niente maledizioni secolari, niente vampiri malvagi,
niente duelli all’alba. “Solo” una grande e piccola commedia umana. Una
commedia che diventa il fulcro principale dei fiumi d’inchiostro versati da Balzac, che nasce poco più di vent’anni dopo, in un altro paese, ma che mostra lo stesso interesse per l’agire umano.
La diciannovenne Jane, che ha già al suo attivo tantissimi
racconti, elabora con Lady Susan Vernon un personaggio di donna scomoda, disturbante,
nell’arco di quarantuno lettere. La maggior parte di queste è scritta dalla
stessa perfida Lady ad una sua amica e confidente, altrettanto perfida (forse
un tantino più gelida). A queste si contrappongono le rimanenti, scritte da
Catherine Vernon, la cognata della Lady, alla propria madre, e da Reginald De
Courcy, suo fratello. L’alternarsi dei
punti di vista sulla stessa persona, o sulla stessa situazione, diventa una
specie di gioco di specchi. Lady Susan è una donna amante dei piaceri, bella,
affascinante, intelligente, scaltra, con un enorme talento sociale, ma quasi
priva di mezzi. Il suo bell’aspetto, il suo stile, la sua conversazione briosa,
sono le armi di cui si serve con calcolo per attirare gli sguardi e
possibilmente un nuovo marito ricco che le garantisca una bella vita. Per perseguire
il suo obiettivo, si disinteressa al limite dell’odio della propria figlia
sedicenne, messa in un canto in un collegio con la scusa di curare un’educazione
carente, e non esita a far “guerra” alle donne più giovani di lei, se
incautamente le attraversano il cammino e minacciano di intralciare i suoi
piani. Un temperamento da predatrice dissimulato da sorrisi angelici e
comportamenti virtuosi, puramente di facciata. Sembra che a questo panzer in abiti Impero vada liscio ogni piano, impunita. Tuttavia, le marionette che ha così
astutamente manovrato per tre quarti del breve romanzo, si risvegliano e
scoprono di avere una propria testa e un proprio cuore, per cui, almeno una
parte dei piani della cara Lady vanno in fumo. L’ho ammirata e detestata.
Di
sicuro, la capacità di studiare il prossimo, di capirne i punti deboli, il
talento sociale che la portava ad approcciarsi al meglio, sono doti notevoli,
che me la facevano apprezzare. Tuttavia, la flebile empatia finiva per crollare
subito, di fronte al prevalere dei suoi interessi personali. E’ una donna solo
centrata su se stessa. E’ fredda e infastidita verso sua figlia di sedici anni,
che vede come una seccatura difficile da governare, o poco più. L’esatto
contrario di un atteggiamento materno. Usa le proprie attrattive sessuali per
incatenare a sé sguardi e desideri, anche di uomini più giovani. E’ desiderosa
di attenzioni, vuole primeggiare, non
sopporta che nessuno le faccia ombra. Quando il suo comportamento, però,
oltrepassa il limite, sbatte le ciglia nell’incarnazione dell’innocenza oltraggiata:
le sue parole e i suoi intenti sono stati fraintesi. Atteggiamento molto comune
tra i predatori senza scrupoli dell’epoca, almeno letterari, come l’alleato
della Marchesa di Merteuil, il visconte Valmont , sempre pronto a rovesciare la
realtà a proprio favore. In Italia, recentemente, siamo diventati padroni dell’arte
di proclamarci non capiti o fraintesi, o vittime di complotto. Tornando a Lady
Susan, anche lei si definisce vittima dell’astio della cognata Catherine, forse
perché, all’epoca, aveva tentato di impedire che costei sposasse il fratello di
Sir Vernon, suo marito. Diventa difficile stupirsi di una mancanza di affetto e
sostegno, quando si è fatto di tutto per danneggiare qualcuno...Queste sono le
caratteristiche che me l’hanno fatta detestare. Lo stesso atteggiamento
ambivalente che avevo per la malvagia Marchesa de Le relazioni pericolose:
abile, scaltra, intelligente, ma votata all’egoismo più sfrenato e alla
sopraffazione dei desideri e delle vite altrui. Confrontando le date di stesura
dei due romanzi, dell’abate Choderlos de Laclos, e di Jane Austen, e sapendo
che la giovane inglese era cresciuta in un ambiente culturale vivo, stimolata
ed istruita da suo padre, mi sono anche chiesta se Lady Susan Vernon fosse una
sorella minore, forse un po’ più pudica, della Marchesa francese. Stesso animo
da predatrice, lingue diverse, un atteggiamento civettuolo continuo, che nella
seconda si accentua maggiormente e assume colori più rossi, più spinti. La
Marchesa gioca con le vite altrui perché donna ricca ed annoiata dalla sua
routine, e per scommessa con il suo torbido amico/amante/alleato Valmont,
mentre Lady Susan è affamata di attenzioni e denaro perché non ne ha a
sufficienza per mantenere il tenore di vita senza pensieri cui è abituata, e
che non vuole assolutamente perdere. Sono donne che usano le loro attrattive e
le loro capacità di entrare in sintonia con l’altro (soprattutto se uomo), solo
a fini egoistici. Non vogliono faticare per ottenere il loro posto nel mondo:
vogliono mostrarsi, essere ammirate, messe su un piedistallo, adorate come dee
(nel caso della Marchesa anche qualcosa in più), per diritto. Un diritto
che deriva loro dall’essere belle, prestigiose, e per questo potenti. Il potere
di un essere umano sull’altro ha origini disparate. Quello che deriva dalla bellezza
femminile è uno dei più antichi, e anche abusati. Esercitato a tutte le
latitudini, in tutti i tempi, rende una donna la regina del cuore di uno o più
uomini, e il bersaglio vivente dell’odio di altre donne, almeno di quelle che
vogliono competere su quel terreno. Se
usato in modo esclusivo, e solo per fini egoistici, questo potere di essere
belle non dura molto, come si vede dalle vicende delle due seduttrici. Il tempo
usura la bellezza e scopre cosa c’è sotto...prima ancora di arrivare al teschio
brandito da Amleto, se l’anima coperta dalla piacevolezza non lo è altrettanto,
emerge putrida e risulta odiosa, provocando l’immediata perdita di tutti i
vantaggi accumulati solo dal potere della superficie.
La “question” di Amleto diventa: “Apprezzo o non apprezzo Lady Susan?”
RispondiEliminaIl libretto si legge piacevolmente.
A volte questa donna “combattiva” mi ha fatto anche sorridere, ma…
Alla fine del libro m’è sfuggita una parolaccia: “echec…!”. Lasciamo da parte la questione della forma – non amo il romanzo epistolare, ti sento, sai! Mi stai chiedendo “e Dracula?!” be’, c’è qualche eccezione, non sono poi così monolitica :-D – ma se da una parte apprezzo la perseveranza di lady Susan, dall’altra detesto la donna.
Perché la bellezza fisica deve prevalere sull’intelligenza? O non è poi così intelligente? Bellezza = potere?
Posso accettarlo – a denti stretti – nel 1800 e dintorni: le carriere destinate alle donne… va be’, stendiamo un velo pietoso.
Ma mi guardo attorno e mi pare che il mondo non sia cambiato poi così tanto. Sì, c’è più tecnologia, ma l’essere umano…?
Ho chiuso il libro – oltre che con l’esternazione colorita – con una domanda alla scaltra “signora”: cos’avresti fatto se fossi stata irrimediabilmente racchia?
Adesso vado a prendere qualcosa per l’acidità di stomaco…
Io penso che il mondo umano sia cambiato molto poco, nel corso dei secoli. Forse siamo più svegli e attenti, ci siamo liberati di qualche superstizione, che riusciamo a riconoscere come tale, abbiamo accesso all'istruzione con maggiore facilità, con i social network ci facciamo conoscere, scambiamo più facilmente parole con luoghi lontani, telefoniamo dappertutto, con Google Earth e Google Street guardiamo le case e le città dell'altro emisfero, se vogliamo. Ma alcune cose, come desideri, sentimenti, emozioni, aspirazioni, sono rimasti uguali. E certe visioni, soprattutto degli ambiti femminili e dei loro raggi d'azioni, sono rimasti tali, alla faccia di qualunque lotta femminista ci sia stata. Lady Susan sicuramente è intelligente. La sua intelligenza è intessuta di furbizia, soprattutto. Sfrutta la sua bellezza e il suo apparire gradevole in modo efficace ed efficiente. Poco importa se qualcuno ne può rimanere ferito. Ed è anche una donna vigile, quasi ansiosa. La sua aspirazione principale? Brillare. E per farlo, ci vogliono soldi. E il modo più veloce e divertente per farlo è passare proprio dal suo corpo. In questo, il mondo delle donne è cambiato poco. Educate anche all'insicurezza nelle proprie capacità di sopravvivenza da sole, e a credere che senza un uomo non possono farcela, molte si concentrano sullo strumento più efficace per attirarne uno. E non di rado ricorrono alla procreazione di un figlio, per consolidare, legare, incatenare. Suona trito, ritrito, medievale, ottocentesco, meschino. Ma accade ancora...
EliminaSai che stai stuzzicando il mio “Attila-inside”, vero?
EliminaPerché a questo punto sorge una domanda: partiamo dal presupposto che sono una donna, anche se a volte, guardando le mie simili sorge qualche dubbio:-D…
Ehm! Facciamo le persone serie. Io, marziA ergo donna (be’, non solo per il nome, ma anche per tutta un’altra serie di “accessori”), non sono importante o la mia vita è di serie B perché non sono “l’appendice di un uomo” e non ho figli?
Lo so, lo so, è una domanda ricorrente e c’è una grande falla nell’educazione. Ma ogni persona in teoria ha il diritto di essere rispettata a prescindere. Ogni vita avrebbe questo diritto.
Un’altra domanda.
Per “brillare” è indispensabile avere i soldi? Occhio, il mio Attila sta cercando con occhio rapace una qualsiasi arma.
Scherzi a parte, mi tocca unirmi alla tua amara constatazione: suona trito, ecc (aggiungerei anche troglodita), ma accade ancora; insomma, procuriamoci una clava!
Cara zia Jane! Pare fosse un po’ miope, ma era più acuta di un’aquila.
Sì, è inevitabile che l'Attila inside non si senta tirato in causa...
EliminaAlla tua prima domanda, la maggioranza della società, anche nell'anno 2013 ti risponderebbe che sì, la tua vita è di serie B perché non c'è un uomo o una famiglia a "GIUSTIFICARLA". Lo so che è una panzana dal suono stridente...ma è stata ben inculcata nelle donne da secoli, e alcune di queste soffrono, si odiano e si giudicano nullità perché ci credono. E alcune si lasciano uccidere come pecore al macello dagli uomini che "le amano troppo". Altra panzana dal suono stridente.
Ogni vita deve essere rispettata, a prescindere. Vero anche questo, ma poi non ce la facciamo proprio. Dobbiamo giudicare, annullare, schiacciare, riconvertire tutto quello che non rientra in quello che rispettiamo NOI. Spesso, questo non coincide con quello che dovrebbe essere rispettato, ovvero tutta la vita e le sue forme.
Lady Susan ti avrebbe risposto: sì, per brillare in questa società ottocentesca di apparenze e buone maniere, è necessario essere foderati di soldi. Soldi per begli abiti, accessori, mobili, domestici al seguito. Certo, in quell'ambito, è proprio necessario avere soldi. Non c'è alcun riferimento al fatto che si brilla per quello che si è...senza schiavitù da cose esterne, come soldi e potere di acquisto.
E' troglodita, eccome se lo è. Ed è, spesso, una via facile.
Zia Jane aveva capito tutto. Ne era anche lei vittima, però. I suoi romanzi furono pubblicati con il suo nome DOPO la sua morte, per quanto suo padre si fosse anche battuto per farle attribuire il merito. Per qualche ragione SCONOSCIUTA, l'essere donna le impediva il giusto riconoscimento dei suoi meriti letterari in vita. Non suona anche questo stridente?
Scrivi delle cose molto interessanti, mi piace quando mi fanno riflettere sulle cose che leggo! Perchè sentire il punto di vista degli altri amplia il proprio!
RispondiEliminaBrava!!
Grazie! Se ti va di condividere le tue riflessioni, le leggo volentieri...:-)
EliminaLeggerti è davvero un piacere, mi piace sempre conoscere cose nuove!
RispondiEliminaGrazie mille, molto gentile!
EliminaFermiamoci un momento e riflettiamo !!!! tu ci aiuti a farlo!!!!
RispondiEliminaNe sono davvero lieta...bacio, grazie!
Eliminahai un blog davvero interessante sono una tua nuova follower :)ripasserò volentieri cosi mi potrò soffermare con un pò più di calma
RispondiEliminaCiao Loredana grazie per il giro al Rifugio e per il commento.
RispondiEliminaVolevo votarti anche io ma il Sito me lo ha impedito. Mi ha detto questo mese hai già votato per questo Sito . Riprovo prossimamente ....... Buona giornata !
Ciao, grazie comunque per la visita...buona giornata anche a te!
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