Per il primo post del 2014, non ho avuto un minimo dubbio,
né un cedimento. Doveva riguardare un drago, e così è stato. Esattamente come
per il primo post del 2012, anno di apertura del blog Del Furore. Salto
volontariamente gli elenchi di buoni propositi, perché si possono riassumere in
uno solo: leggere di più. Come si può vedere scorrendo il blog, nella colonna
sinistra compare il Reading Challenge per il 2014 di Goodreads, con la meta dei
100 libri. Ecco il mio proposito di quest’anno. Non ho centrato quello del 2013
per pochissimo, ma questo si ottiene quando si hanno forti carenze
organizzative come la sottoscritta! :-D (ottima occasione per lavorarci sopra)
Tornando al libro e al drago. Cercando immagini di drago in Internet, sono
inciampata letteralmente in questa copertina, semplice e accattivante nello
stesso tempo. Ultimo drago? Oh, no, perché? Li hanno sterminati? Non sia mai.
Devo sapere cos’è capitato. Aprendo il libro e cercando il titolo originale
come faccio di solito, scopro che, in realtà, il vero argomento del suddetto è
l’ultimo Ammazzadraghi (Dragonslayer).
La questione assume altri contorni. Un po’ più sollevata, inizio la lettura,
convinta di trovarmi davanti ad un fantasy a tinte tragiche. Niente di più
lontano. La voce narrante appartiene a Jennifer Strange, sedicenne orfana che
lavora come segretaria-tuttofare presso l’agenzia di maghi Kazam. Tramite la sua
voce sicura ed esperta, più vecchia dei pochi anni anagrafici, veniamo
introdotti in un mondo in cui i maghi usano i loro poteri per risolvere piccoli
e grandi problemi quotidiani del mondo civile. Stavo per scrivere “babbano”, ma
rischierei solo di confondere le idee.
Ad esempio, le prime scene del romanzo
coinvolgono quattro maghi tra i più potenti dell’agenzia, che Jennifer
accompagna direttamente a casa del cliente, dove sono incaricati di rifare
completamente tutto l’impianto idraulico. E’ un compito che di solito si affida
a muratori e idraulici, ma i clienti facoltosi che non gradiscono vedersi
demolire muri e sconvolgere casa e desiderano un lavoro veloce e pulito, si
rivolgono alle poche agenzie di maghi ancora esistenti sul territorio dei Regni
Disuniti perché se ne occupino intervenendo nei loro modi poco convenzionali. È
con un po’ di tristezza che Jennifer racconta di come sono cambiate le vite e
gli status sociali dei maghi dei suoi tempi: da favoriti del Re e detentori di
poteri e saperi segreti, a imbianchini, idraulici, disinfestatori (e non solo
di fantasmi), animatori di feste sui generis. La Magia, quella che pervade l’universo,
e che fino a qualche anno prima vibrava fortissima nell’aria, si sta esaurendo,
e di conseguenza anche le forze dei maghi scemano. Tuttavia, qualcosa sta
cambiando. Dapprima lentamente, e poi a cadenza sempre più precipitosa, la vita
di Jennifer Strange e delle persone che la circondano si frantuma e si
ricostruisce in modo inaspettato, quasi assurdo (persino secondo i canoni di
quel Regno strampalato), grazie ad un’antica profezia. Jennifer Strange diventa
improvvisamente Ammazzadraghi, a sorpresa. E secondo l’evidente significato del
suo nuovissimo titolo, dovrà uccidere l’Ultimo Drago, l’antico Maltcassion.
Tuttavia, qualcosa non quadra. Per uccidere il drago, è necessario che quest’ultimo
abbia trasgredito un patto fondamentale, stipulato centinaia d’anni prima tra
la sua stirpe e quella umana. Maltcassion, tuttavia, non è mai uscito dal
territorio-riserva (le Terre di Drago) in cui lui e gli altri suoi colleghi furono
rinchiusi ai tempi del patto, e nemmeno ha divorato esseri umani, come da
abitudini alimentari tipiche della sua razza. Qualcuno, o qualcosa, sta
manipolando con forza gli eventi, in modo che Jennifer Strange usi la
potentissima spada Exhorbitus (forgiata all’uopo) sulle scaglie del sornione
Maltcassion. Jennifer, però, non ci sta ad essere manipolata...il suo cuore le
suggerisce tutt’altro. Seguendolo, scoprirà qualcosa di inaspettato sulla
propria natura, oltre al non trascurabile dettaglio che esiste un piano preciso
dietro la questione “Uccidere l’Ultimo Drago”, volto alla rinascita e alla sopravvivenza
di un certo mondo. Scrivo consapevole di essere ABBONDANTEMENTE di parte e poco
obiettiva: io ricerco attivamente e amo tutti i libri che parlano di draghi. Non
tutti meritano attenzione, ma questo colpisce per l’originalità e il senso dell’umorismo
con cui tratta un argomento tipicamente fantasy, che molti scrittori del genere
avrebbero reso forse in modo più tragico, più serioso. Gli autori dotati di
altri punti di vista e di altre frecce nelle loro faretre, imbevono le penne di
senso dell’umorismo per incarnare nei draghi alcune caratteristiche tanto
umane: basti pensare al cialtrone Chrysophylax,
o allo stesso Smaug, l’arrogante finito male. La magia, che di solito ha una
dimensione epica, ed era un argomento anche piuttosto serio nella saga di Harry
Potter, qui è ridotta di importanza, quasi svilita a semplice servizio per
risolvere i noiosi problemi quotidiani. Sempre, però, con un sorriso: Fforde
non mira a ricoprire di ridicolo la magia, o a sottolinearne l’inutilità. Al contrario,
esorta a ritrovare l’elemento magico nelle nostre vite e in quello che ci
circonda, collegandolo al sorriso, all’umorismo, alla voglia di non prendere
troppo sul serio la vita stessa, perché questo atteggiamento ci farebbe
rischiare l’inaridimento e la conseguente essiccazione di tutte le nostre
fibre. Al posto di esseri umani completi e gioiosi, diventeremmo noiosi gusci
pomposi e vuoti, con gli occhi perennemente volti a terra e le menti
rimpicciolite dall’avidità. Il senso dell’assurdo che si respira in questo
romanzo (e sicuramente nel suo seguito, che ho scoperto durante la lettura, La
sfida di Kazam) aiuta a recuperare, paradossalmente, un senso di vita più
umano, anche nella creazione di bestie del tutto contraddittorie e paradossali
come la Quarkbestia, che l’autore definisce come una collezione di coltelli con
le gambe, pronta a sbranare chiunque, ma dal carattere dolce e giocoso di un
labrador. Sono i “Quark” della Quarkbestia disseminati qua e là che provvedono
a ricordarci che non è tanto il caso di lasciarsi trascinare dal lato serioso e
un po’ pedante della vita...facciamoci una sana risata, spesso e volentieri!
L'ultimo libro con draghi che ho letto era di una noia mortale, così l'ho abbandonato. Dico, non è facile annoiare con i draghi, o forse lo è? Di sicuro hai più esperienza sul campo! Io di Fforde conosco solo la saga di Tuesday Next e non mi sarei aspettato una storia seriosa, ma ironica e ricca di invenzioni. Sarà così anche per questo fantasy? Vedremo. Forse lo leggerò, forse non finirà mai abbastanza in alto nella mia wishlist.
RispondiEliminaQuanto al mio drago preferito non ho dubbi, solo che... beh, è un Fortuna-drago! :)
Da quel che ho visto, è facile annoiare con i draghi, proprio perché gli autori tendono ad essere troppo seri in proposito. Ho letto parecchi libri sull'argomento, e ho constatato (parere proprio personale) che quelli che mi piacevano meno erano proprio i draghi più "pomposi", troppo pieni di se stessi. Fforde è molto piacevole e arguto, e sì, anche qui troverai parecchie invenzioni.
EliminaIn quanto al Fortuna-drago, direi che ti sei scelto uno dei migliori...:-D
scusa il fuori tema, arrivo sempre con un po' di ritardo e con un "commento a caldo".
RispondiEliminaSto leggendo ora S. Bertola: strepitosa!
Ironica, graffiante, accenti e virgole al loro posto... finalmente un'italiana che si fa leggere con piacere!
Prima o poi leggerò anche Fforde, promesso!
Ma io non ho mai letto un libro sui draghi, e questa è una grossa carenza.
RispondiEliminaUn consiglio su un approccio soft al genere?
Lo Hobbit e Il cacciatore di draghi, entrambi di Tolkien. Le saghe di Dragonlance del duo Weis Hickman, e quella di Eragon di Christopher Paolini. Tanto per iniziare...:-)
EliminaLo Hobbit l'ho trovato terribile...
EliminaDovrò riprovarci :)
Davvero? :O Mi spiace...cosa non ti e' piaciuto de Lo Hobbit?
RispondiEliminaUn libro davvero interessante Loredana ...... e la presentazione ottima come al solito !
RispondiEliminaNaturalmente non lo ho letto, purtroppo.... ma anche io lo avevo trovato on line circa due anni fa - per una delle mie Rubriche "Le Migliori Cover di Libri fantasy " http://ilrifugiodeglielfi.blogspot.it/2011/12/le-migliori-cover-dei-libri-fantasy.html e mi aveva attratto in maniera particolare.
In effetti trovo che sia una tra le Cover migliori che abbia mai visto ;-) <3 ed il drago è fantastico, sembra davvero vivo !
Dopo aver letto il tuo post mi sono ulteriormente dispiaciuta per non averlo potuto leggere.
Un bacione e Buona Epifania !
P.S. Ti ho votato ancora in Net Parade ! :-)
RispondiEliminaGrazie per il voto, Arwen! Sono riuscita a votarti anch'io qualche volta, ma con il tablet diventa frustrante...con il pc sara' meglio. Auguri anche a te!
RispondiEliminaPer quanto riguarda il libro, cercalo appena puoi: per te che ami i draghi sara' divertente. Io sto cercando il seguito, La sfida di Kazam, perche' sono curiosa di sapere come va a finire. Non e' stato detto tutto sui draghi...:-)
RispondiEliminaHe he he Loredana ;-) come vendere il seguito di una saga ;-)
RispondiEliminaBuona giornata !!
:-D Ammetto che ci ho provato! :-D :-D
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