Il ladro di libri incompiuti
Matthew Pearl
Porto
di Boston, 1870. Tra la folla vociante del molo si aggira un giovane con lo
sguardo spiritato e un fascio di fogli bagnati sotto il braccio. Di lì a poco
morirà e di quei fogli andrà persa ogni traccia. Il giovane lavorava per
l’editore Osgood e le pagine scomparse, arrivate in segreto dall’Inghilterra,
sono i nuovi attesissimi capitoli del romanzo a puntate che sta tenendo
l’America col fiato sospeso: “Il mistero di Edwin Drood”, l’ultima fatica
letteraria di Charles Dickens. Subito dopo arriva da Londra la notizia
sconvolgente: Dickens è morto e con lui forse è andato per sempre il finale
della storia che stava scrivendo, l’unico romanzo giallo mai uscito dalla sua
penna.
Per
sapere quale sia il destino riservato all’enigmatico Drood e continuare la
pubblicazione del romanzo, a Osgood non resta che partire per l’Inghilterra…
Come giallo non c’è male. Il povero
Osgood affronta davvero mezzo inferno, tra ladri, “bookaneers” (adoro questo
termine, tra bucaniere e “pirata dei libri”), imbroglioni, spacciatori e
trafficanti d’oppio senza riconoscere il vero nemico.
Perfino io questa volta ho individuato
subito il colpevole, anche se non ho capito esattamente quanto pericoloso
fosse. Suvvia, uno sconosciuto così gentile, sempre pronto al posto giusto e al
momento giusto… puzza!
Anche l’accuratezza storica è lodevole. Le
pagine ti trasportano nel 1870 e ti incollano lì: allora, mi fai capire o no
come ne esce Osgood?
E come risolvi questa faccenda del più
famoso incompiuto della storia della letteratura?
Ho apprezzato la conclusione di Pearl,
tanto più che io non mi sarei mai posta il problema. Magari Dickens fosse stato
fermato prima!
Rebecca Sand, “copista” e compagna di
viaggio di Osgood, è l’unico personaggio che abbia realmente adorato:
divorziata (impossibile restare col marito, reduce dalla guerra di secessione),
lavora per mantenersi, è quella che definiremmo “una donna moderna”… è uno dei
pochi personaggi inventati da Pearl.
In fin dei conti non ho buttato soldi, ma
<<Colui che abusò della novel>> mi piace quanto prima: secondo me Dickens
è parecchio sopravvalutato!
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