Jane Eyre
Charlotte Brontë
Tutta colpa di Dickens.
Sì, perché se “il nome” più grande della letteratura
britannica è zia Jane, quando penso al periodo vittoriano questa singolare
famiglia al femminile offusca il “prolissico”.
Ergo, dopo una dose massiccia di “colui che abusò”,
urge depurazione.
“Cime tempestose” in questo momento sarebbe eccessivo.
“Shirley” è breve, ho bisogno di un volume più impegnativo. E “Jane Eyre” è
sullo scaffale più basso… aggiudicato!
La trama è nota, anche per le versioni
cinematografiche. Guarda caso, ho appena finito di leggere il romanzo…e sento
che da qualche parte trasmettono il film. Apro una parentesi: dalla musica
sembra la versione di Zeffirelli. Io non sono un’esperta di cinema, sono
abbastanza iconoclasta, ma non amo questo regista. Mi sembra parecchio
caramelloso: edulcora qualcosa che nasce amaro. Puoi mettere zucchero nella
cioccolata fondente? Abominio! Parentesi chiusa.
Eppure non ci sarebbe bisogno di film: le parole sono
così potenti da creare immagini nitide nella mente dei lettori.
Jane Eyre è un grandissimo personaggio.
In genere si crede che le donne siano molto quiete. Le
donne invece provano gli stessi sentimenti degli uomini. Hanno bisogno di
esercitare le loro facoltà, di provare le loro capacità come i fratelli;
soffrono come gli uomini dei freni e dell’inattività, e fa parte della
mentalità ristretta dei loro compagni più fortunati il dire che si devono
limitare a cucire e a far la calza, a suonare il piano e far ricami. È stupido
condannarle o schernirle, se cercano di fare di più o imparare di più di quello
che è solito al loro sesso.
Oppure:
Posso vivere da sola, se il rispetto di me stessa e le
circostanze me lo chiederanno. Non ho bisogno di vendere l’anima per comperare
la felicità. Ho un tesoro interiore che mi manterrà viva anche se tutti i
piaceri esterni mi saranno negati o offerti a un prezzo che non potrò
accettare.
Ogni volta mi fa pensare a “La tempesta” di Giorgione,
non so perché questa associazione di idee. È un romanzo ben congegnato, con
parecchi chiaroscuri e pennellate cupe con improvvisi sprazzi abbacinanti.
C’è la stessa Gran Bretagna industriale e rurale
descritta da Dickens, la stessa umanità con vizi e virtù, ma uno sguardo
diverso. Lo sguardo di una donna che non si sente inferiore ad un uomo.
E mi scappa un sorriso. Ogni volta che lo leggo, mi
stupisco del reverendo St. John. Ricordo che esiste, eppure continuo a
rimuoverlo.
Deformazione professionale, immagino…
Lo dovrò leggere prima o poi, finora ho solo visto una versione cinematorgafica e mi era piaciuta: ne deduco che il libro mi sarà ancor più gradito!
RispondiEliminaCorri immediatamente e rimedia! E' un capolavoro assoluto e imperdibile. :)
EliminaLuz
sì-sì-sì, a priori: il libro è sempre meglio ;-)!
RispondiEliminaPenso ti piacerà parecchio
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaQuesta è l'edizione Mondadori che ho letto anch'io, ritengo che sia, uno dei libri classici da leggere assolutamente, i dialoghi e le descrizioni dei personaggi sono splendidi,e nonostante il film sia molto bello, il libro resta un capolavoro.Ciao
RispondiEliminaSono talmente "furiosa" che negli anni ho letto diverse edizioni, oltre a qualche estratto in inglese (al liceo, il millennio scorso...). Ogni volta mi sorprende: mi trascina fra le sue pagine, fra quei personaggi, è davvero un capolavoro!
RispondiEliminaLe sorelle Bronte sono uno dei miei miti giovanili. Ripensavo a Cime Tempestose in questi giorni e a Jane Eyre...dovrò rimandare il momento in cui potrò rileggerli, ma vale la pena di farsi trascinare dallo stile vigoroso e anche sarcastico di queste due donne.
RispondiEliminaDa sempre il mio romanzo preferito. Nel senso che, fra tutto ciò che ho letto e mi è piaciuto, non c'è stata altra narrazione che abbia suscitato in me le stesse emozioni e lo stesso coinvolgimento. Chissà perchè ci sono libri nei quali ci sentiamo così totalmente "sommersi"...
RispondiEliminaLuz