La donna in nero
Susan Hill
Il giovane avvocato londinese Arthur Kipps viene incaricato di recarsi a Crythin Gifford, uno sperduto villaggio circondato da paludi, per presenziare ai funerali di un’anziana cliente e occuparsi della gestione dell’eredità.
La vecchia signora Drablow viveva da reclusa a Eel Marsh House, una dimora lugubre ed isolata raggiungibile solo in determinate ore del giorno quando la marea si ritira lasciando libera dalle acque l’unica via d’accesso.
Per Kipps è l’occasione di dimostrare le sue capacità, è la prima volta che lo studio gli affida un compito di una certa responsabilità. Al suo arrivo scopre che la gente del luogo è restia a parlare della dimora e della sua eccentrica abitante; mezze frasi e sinistre allusioni che considera superstizioni da paese. (…)
Non lo turba, anzi lo incuriosisce, la presenza al funerale di una donna vestita di nero di cui nessun altro sembra accorgersi.
È un libretto abbastanza “scarno”: neanche duecento pagine, ma non “si fa mancare proprio niente”. Ambientazioni varie, dal caos di Londra allo sperduto villaggio e la vita di provincia.
Paesi sperduti in lande nebbiose e paludose, case strane, tragedie familiari e maledizioni, fantasmi, morti improvvise di bambini innocenti...
Sconsigliato a chi soffre d’insonnia: di notte una sedia a dondolo che NON avete inizierà a dondolare, vedrete cose svanire o, peggio, comincerete a vedere una misteriosa signora vestita di nero.
...sembra un libro interessante anche per chi vuole farsi venire l'insonnia...bene, credo che sia da aggiungere anche questo alla lista infinita!
RispondiEliminaMi ha colpito la fine: brusca, quasi un taglio netto:
RispondiElimina“Mi era stato chiesto di raccontare la mia storia. L’ho fatto. Ora basta.”
Rilassati, Kipps! Così magari torniamo a dormire…
Bellissima, questa! Si risolve l'annoso problema di come far finire un libro: lo si dice e basta. Oh, se mi piace già, questo romanzo...
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