I dodici abati di Challant
Laura Mancinelli
Un feudatario eredita un castello con la clausola di
mantener fede ad un maligno obbligo di castità. Dodici abati si assumono
l’incarico di vegliare sull’osservanza dell’impegno, ma scompaiono tutti in una
successione di morti misteriose, vittime di banali ed emblematici incidenti.
Madonne belle e spregiudicate, castellane e pretesse,
filosofi inquisiti dal tribunale ecclesiastico, scudieri e monaci, diavoli e
magie sulfuree, letture testamentarie e tentazioni carnali e poi ancora… la
bella Maravì insonne d’amore, nostalgie, cavalcate serotine, inventori e
chirurghi in odore di eresia e persino un bambino col suo gatto.
Siamo in un tardo Medioevo maliziosamente ingenuo che
sembra vero ma forse non lo è, tra memoria iconografica, situazioni fiabesche
e, sottesi, i problemi di ogni tempo.
Un mondo infinito.
Questo libretto è delizioso.
Mi sforzo di essere amanita muscaria a tutti i costi:
spesso le frasi sono troppo lunghe!
…eppure fanno parte del fascino di questo piccolo gioiello
di neanche 150 pagine.
Lo stile è sottilmente ironico, regala un gusto
arcaico senza appesantire la lettura e trascina nel castello, tra ospiti
inattesi e morti misteriose accolte con nonchalance, tra funerali sempre
meno solenni (il coro degli abati si assottiglia) e serate allietate da mandole
e zufoli.
E c’è anche il finale col botto!
Sono particolarmente legata a Laura Mancinelli, essendo stata la mia insegnante di Filologia Germanica all'Università. Ho letto questo libro e mi sono commossa, esattamente come per Gli occhi dell'imperatore, con cui compone una trilogia delicata e intensa. E' una poetessa, questa donna, a tutto tondo. Riesce ad entrare persino nel mio cuore di granito, e lo fa con naturalezza.
RispondiElimina...già, sei contagiosa! Ricordavo che era un tuo suggerimento.
RispondiEliminaEhm. Non che io sia così brava a dire no ad un libro...
In effetti, non ti viene bene rifiutare un libro...soprattutto se questo sussurra e ti parla. :-D
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