I disegni
imprevedibili del destino
Laura Bellini
Frammenti
d’immagini tra passato e presente, dove amicizia e amore viaggiano tra i
confini del reale e surreale.
Ecco, sì.
Surreale è un
termine appropriato. Talmente surreale da sfociare nell’incubo.
Non mi ha trasmesso
emozioni, non ha saputo catturarmi fra le sue pagine e mi ha spinto alla
conclusione: gli adolescenti mi tediano.
Domanda
esistenziale: ma gli adolescenti sono così “piatti”?
Forse sono
considerati tali da chi li vede semplicemente come “consumatori”.
Annoiata dalla trama
(una strega, una proiezione in un futuro alternativo e ho rimosso il resto),
sono rimasta folgorata dall’italiano povero e dalla punteggiatura.
Virgole, virgole e
ancora virgole.
Perfino in una
semplice frase “avverbio-soggetto-verbo”.
Avverbio virgola, soggetto
virgola verbo? Recidivo?
Va bene una volta,
se proprio si vuol mettere in risalto qualcosa.
Letto in “modalità
superVicky” e pure saltando pezzi.
La domanda resta:
mettiamo da parte un attimo i contenuti, il “de gustibus non disputandum est” è
incontestabile, ma lo studio dell’italiano è un accessorio superfluo?
Ho trovato la
famosa “modalità super-Vicky” in uno dei blog letterari che seguo, ma non so
più chi ringraziare: la Lettrice Rampante? Laura la libRidinosa? Maria di
Startfromscratch?
Be’, grazie per il
suggerimento!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.