LoreGasp
Recensione scritta per Thrillernord, Associazione culturale.
Grazie alla collaborazione con Thrillernord, sono entrata in un mondo totalmente inaspettato.
Sinossi
La profiler Sasza Zaluska, trentasei anni e capelli rosso fuoco, ha cambiato vita. È ormai tornata in Polonia, con la sua bambina, ed è un bel po' che non tocca un goccio.
E, soprattutto, è decisa a fare pace con quel pezzo del suo passato che ancora la tormenta: l'uomo che è il padre di sua figlia, conosciuto quando, alle prime armi come agente infiltrata nella malavita di Danzica, aveva commesso l'errore di innamorarsi proprio della persona su cui avrebbe dovuto vigilare.
È per questo che Sasza si sposta sulle sue tracce tra i boschi dell'est della Polonia, ad Hajnówka, nella parte più orientale e remota del Paese. Una città di camini e fantasmi, con un passato che ancora incatena i suoi abitanti: lì, nel 1946, una terribile rappresaglia uccise più di cento polacchi di origine bielorussa, un massacro su cui non è mai stata fatta chiarezza. Uno dei tanti misteri rimasti irrisolti ad Hajnówka. Come quello di Iwona, sposa bielorussa scomparsa il giorno del suo matrimonio con un ricco polacco del luogo.
Sarà proprio Sasza, scontrandosi con la polizia locale, a indagare sulla sparizione della donna, senza sapere che il caso la porterà molto più lontano, in un affondo emozionante e doloroso negli anni più cupi della storia polacca.
La mia recensione
Quando ho chiuso questo libro, mi è sembrato di aver assistito ad un passaggio storico importante seduta in prima fila. E questo mio malgrado, poiché mi aspettavo “solo” una storia thriller, e mi preparavo a spiare i personaggi per capire chi di loro e per quale motivo avrebbe rovinato il giorno importante di una bella sposa giovane come Iwona Bejnar.
mercoledì 12 dicembre 2018
giovedì 6 dicembre 2018
Paura sotto la pelle2 – Una rassegna per guardarla in faccia
LoreGasp
Esattamente una settimana fa, il 29 novembre a Bologna, si è
tenuta la seconda rassegna dedicata al grande tema della paura. Organizzata da
un trio di tutto rispetto, Giusy Giulianini, Fabio Mundadori e Giovanni Modica,
ha tenuto banco per due giorni all’Università Alma Mater, al Dipartimento di
Italianistica.
Ha convocato scrittori, sceneggiatori e registi per
ascoltare la loro versione su cos’è la paura e su cosa li spinge a scrivere e
raccontare la paura e di paura. Se volete scoprire qualcosa di più sul concept
della rassegna e sulla sua genesi, vi consiglio di leggere da cima a fondo i
post del sito dedicato: https://paurasottolapelle.wordpress.com/home/
Oltre ai programmi degli interventi, numerosissimi, di
coloro che hanno partecipato, potete trovare una sezione molto ricca di foto e
di interviste video. Dario Villasanta, che si è occupato della parte di
comunicazione dell’evento, non si è risparmiato nel diffondere e far conoscere
la rassegna, e nel tenere informati gli appassionati sullo svolgimento della
stessa, e sul suo “post”. E a prepararli adeguatamente prima di partecipare… è
sufficiente dare un’occhiata al grande contenitore dell’evento FB di Paura sotto la pelle.
Basterebbe quello per prepararsi per un piccolo esame sull’argomento!
:-D
Io mi sono interessata in corsa dell’evento, grazie al suo
invito. E l’ho raccolto fino ad andare a Bologna il 29 novembre… spinta anche
dalla curiosità di veder realizzato un mio sogno di ragazza. Entrare all’Università
di Bologna, pur non avendo potuto studiare lì. Mi sembrava impossibile, e
invece ho trascorso lì un’intera giornata.
giovedì 29 novembre 2018
Le Interviste Del Furore #9 - Enrico Pandiani a Paura sotto la Pelle2
LoreGasp
Novembre è un mese pauroso. Sarà perché arriva subito dopo Halloween… oppure perché spaventarsi un po’ sotto Natale è anche divertente.
La rassegna Paura sotto la pelle2, di Bologna, ospita una schiera formidabile di scrittori, sceneggiatori e registi per raccontare di una delle emozioni più forti e coinvolgenti dell’animo umano.
Tra questi nomi eccellenti (non ve li riporto qui, ma vi riporto il sito dove potete vederli TUTTI: https://paurasottolapelle.wordpress.com/home/), spicca quello di… Enrico Pandiani!
Un’altra personalità eclettica, scrittore e sceneggiatore di fumetti, che ha scelto di raccontare la sua versione dei fatti sulla paura. Qui potete trovare anche altre notizie più particolareggiate su di lui.
Ciao Enrico, benvenuto nel Blog Del Furore Di Aver Libri!
Leggo nella tua biografia, che hai esordito curando la parte dell’infografica del principale quotidiano di Torino, La Stampa. I passi successivi sono stati la sceneggiatura di fumetti presso alcune riviste specializzate e poi il salto nella narrativa con Les italiens, nel 2009, in cui ci presenti il commissario Mordenti per la prima volta. Cosa ti ha spinto a saltare nell’altro campo?
Ho cominciato a raccontare storie quando avevo quattordici anni, sotto forma di fumetti che scrivevo e disegnavo e che vendevo ai miei compagni di scuola. In seguito è diventato il mio primo lavoro e ho pubblicato diverse storie su Il Mago di Mondadori e su Orient Express di Luigi Bernardi.
Poi ho piantato lì e ho cominciato la mia lunga carriera di grafico editoriale che mi ha portato a collaborare per tanti anni con il quotidiano La Stampa. L’infografica è sempre stato un mio pallino. Ma nel frattempo scrivevo come un pazzo. Lo facevo per puro divertimento, una sorta di evasione, e l’idea di una possibile pubblicazione non mi sfiorava nemmeno l’anticamera del cervello. Quando le soddisfazioni per il mio lavoro sono venute a mancare, allora si è fatta spazio la scrittura e sono arrivati Les italiens. Finire il primo romanzo è stata una sorpresa anche per me.
Novembre è un mese pauroso. Sarà perché arriva subito dopo Halloween… oppure perché spaventarsi un po’ sotto Natale è anche divertente.
La rassegna Paura sotto la pelle2, di Bologna, ospita una schiera formidabile di scrittori, sceneggiatori e registi per raccontare di una delle emozioni più forti e coinvolgenti dell’animo umano.
Tra questi nomi eccellenti (non ve li riporto qui, ma vi riporto il sito dove potete vederli TUTTI: https://paurasottolapelle.wordpress.com/home/), spicca quello di… Enrico Pandiani!
Un’altra personalità eclettica, scrittore e sceneggiatore di fumetti, che ha scelto di raccontare la sua versione dei fatti sulla paura. Qui potete trovare anche altre notizie più particolareggiate su di lui.
Ciao Enrico, benvenuto nel Blog Del Furore Di Aver Libri!
Leggo nella tua biografia, che hai esordito curando la parte dell’infografica del principale quotidiano di Torino, La Stampa. I passi successivi sono stati la sceneggiatura di fumetti presso alcune riviste specializzate e poi il salto nella narrativa con Les italiens, nel 2009, in cui ci presenti il commissario Mordenti per la prima volta. Cosa ti ha spinto a saltare nell’altro campo?
Ho cominciato a raccontare storie quando avevo quattordici anni, sotto forma di fumetti che scrivevo e disegnavo e che vendevo ai miei compagni di scuola. In seguito è diventato il mio primo lavoro e ho pubblicato diverse storie su Il Mago di Mondadori e su Orient Express di Luigi Bernardi.
Poi ho piantato lì e ho cominciato la mia lunga carriera di grafico editoriale che mi ha portato a collaborare per tanti anni con il quotidiano La Stampa. L’infografica è sempre stato un mio pallino. Ma nel frattempo scrivevo come un pazzo. Lo facevo per puro divertimento, una sorta di evasione, e l’idea di una possibile pubblicazione non mi sfiorava nemmeno l’anticamera del cervello. Quando le soddisfazioni per il mio lavoro sono venute a mancare, allora si è fatta spazio la scrittura e sono arrivati Les italiens. Finire il primo romanzo è stata una sorpresa anche per me.
martedì 27 novembre 2018
Le Interviste Del Furore #8 - Giusy Giulianini a Paura sotto la Pelle2
LoreGasp

Oggi è con noi Giusy Giulianini, l’ideatrice della rassegna e organizzatrice con Giovanni Modica e Fabio Mundadori.
Scrittrice, lettrice forte (direi anche parecchio forte), critico letterario e organizzatrice di eventi culturali: una personalità eclettica così non poteva stare ferma e non dare alla vita a qualcosa di unico e originale come la struttura della rassegna. E l’amore per i libri e le storie si innesta in una formazione e una preparazione professionali di stampo scientifico: una laurea in Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, e una seguente specializzazione in Tecnologie Biomediche della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Un gran bel connubio tra scienza e letteratura!
Buongiorno Giusy, benvenuta nel Blog Del Furore Di Aver Libri!
Quando mi avvicino ad uno scrittore o scrittrice, non posso fare a meno di iniziare con la domanda più banale in assoluto, ma che non manca mai di attirarmi, soprattutto quando mi trovo davanti a personalità così eclettiche. Non mi stancherei mai di ascoltare la risposta. Come nasce la Giusy Giulianini scrittrice, da questo passato di scienziata?
Eh, il motivo c’è…Prima di diventare “scienziata” sono stata “umanista”, al glorioso Liceo classico Luigi Galvani di Bologna: la passione per la letteratura, là, era quasi un requisito d’iscrizione. Scrivevo anche prima, diari fittissimi e nuovi finali di romanzi che mi avevano lasciato insoddisfatta. Al liceo però la scrittura ha preso una piega più organizzata e ho fatto parte anche della redazione del giornale studentesco. Per molti anni poi, l’università e un lavoro molto “tecnologico”, mi hanno ingabbiata nella mera redazione di pubblicazioni scientifiche. La passione è scoppiata di nuovo qualche anno fa: i social avvicinano molto agli scrittori, nei confronti dei quali mi sono sempre sentita un’autentica groupie. Molti di loro sono diventati amici veri, una grande fortuna! Potrei quasi dire che ho realizzato il sogno de Il giovane Holden di Salinger: “Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che, quando li hai finiti di leggere e tutto quello che segue, vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però.” A me, invece, è successo.
venerdì 23 novembre 2018
Francesca Battistella – La Trilogia
LoreGasp
Ho aperto la settimana con lo spettacolare Re di bastoni, in
piedi, e la completo con la sua trilogia, La stretta del lupo, Il messaggero
dell’alba e La bellezza non ti salverà.
Cambiano i personaggi, il coro narrativo che è al centro del
libro, cambiano anche i luoghi, ma l’energia rimane la stessa: quella di una
narrazione spigliata, padrona di quello che sta dicendo, capace di trasmettere
l’angoscia e l’odio altrettanto bene della gioia e del divertimento. I noir di Francesca
Battistella sono pieni di colori, come ho detto nel precedente post. Sono uno
specchio fedele delle fibre che compongono la vita, in tutte le loro sfumature.
La stretta del lupo (2012, Scrittura e Scritture) ci porta
dritti sul Lago d’Orta, a Vacciago. Sono i 150 anni dell’Unità di Italia, è
necessario prepararsi adeguatamente per festeggiare una ricorrenza così importante.
Maria Teresa Filangieri, vedova benestante di un ricco industriale del nord
Italia, si sta occupando di far ristrutturare la villa in cui vuole vivere,
mentre la sua bella e brillante amica Niki Bianciardi è immersa nel suo lavoro
di gallerista sofisticata e competente. Alfredo Filangieri, fratello di Teresa,
si dedica alla sua routine nella bella casa di famiglia a Massa Lubrense, nei
dintorni di Sorrento. Fotografie veloci di vite umane alla luce del sole, immerse
nelle loro occupazioni. E’ l’ombra, però, che arriva a sconvolgere tutto… in
quegli stessi giorni, un assassino spezza la vita di una ragazza giovane,
massacrandone il corpo con ferocia. L’evento è così sconvolgente, da attirare l’attenzione
di una figura altrettanto unica nel suo genere: Costanza Ravizza, la prima
donna profiler italiana, di stanza a Novara.
giovedì 22 novembre 2018
Le Interviste Del Furore #7 - Stefano Di Marino a Paura sotto la Pelle2
LoreGasp
Rimaniamo nella paura, e soprattutto in quella sotto pelle… brrr!
Vi ricordate dell’appuntamento che avete giovedì 29 e venerdì 30 novembre alle ore 14,00 presso il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Alma Mater Studiorum di Bologna?
Sì, quello con la Paura Sotto la Pelle 2… ?
Non vi ricordate?
Aspettate, vi faccio parlare con qualcuno che sarà presente e che sarà meglio che conosciate (se non lo conoscete già) e incontriate.
Oggi è con noi Stefano Di Marino!
Scrittore, traduttore, sceneggiatore di fumetti: una personalità eclettica, che interverrà alla rassegna bolognese sulla paura. Quale migliore occasione per parlargli?
Ciao Stefano, benvenuto nel Blog Del Furore Di Aver Libri!
Grazie Loredana e un saluto a tutti voi che ci leggete.
• Ti tocca la domanda più banale di tutte, quella che avrai ripetuto milioni di volte, a voce e per iscritto, ma che continua sempre a incuriosire. Personalmente, adoro scoprire quale meccanismo scatta in certi momenti. Come nasce Di Marino scrittore?
Io preferisco il termine ‘narratore’ perché mi pare meno pomposo. Io racconto storie d’intrattenimento, con tutto il cuore e la passione che ho. La mia è la storia di un ragazzino che è riuscito a trasformare un hobby in un lavoro, magari senza capire bene la complessità e le difficoltà del mondo editoriale. Quando ho capito veramente com’era questo mondo ormai c’ero dentro. Non sapevo fare altro, così ci sono rimasto pur con tutte le difficoltà che non riguardano il ‘mestiere’ di raccontare, ma i meccanismi e le persone che lo regolano. Un po’ come il mio personaggio più famoso, Il Professionista, che da ragazzo sognava l’avventura e poi quando si è trovato a viverla e ha capito che non era un universo idealizzato come aveva immaginato ci è rimasto intrappolato dentro. Ma è andata meglio a me che a Lui. Quantomeno quando mi alzo la mattina so che non devo fare a pistolettate tutto il giorno…
Rimaniamo nella paura, e soprattutto in quella sotto pelle… brrr!
Vi ricordate dell’appuntamento che avete giovedì 29 e venerdì 30 novembre alle ore 14,00 presso il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Alma Mater Studiorum di Bologna?
Sì, quello con la Paura Sotto la Pelle 2… ?
Non vi ricordate?
Aspettate, vi faccio parlare con qualcuno che sarà presente e che sarà meglio che conosciate (se non lo conoscete già) e incontriate.
Oggi è con noi Stefano Di Marino!
Scrittore, traduttore, sceneggiatore di fumetti: una personalità eclettica, che interverrà alla rassegna bolognese sulla paura. Quale migliore occasione per parlargli?
Ciao Stefano, benvenuto nel Blog Del Furore Di Aver Libri!
Grazie Loredana e un saluto a tutti voi che ci leggete.
• Ti tocca la domanda più banale di tutte, quella che avrai ripetuto milioni di volte, a voce e per iscritto, ma che continua sempre a incuriosire. Personalmente, adoro scoprire quale meccanismo scatta in certi momenti. Come nasce Di Marino scrittore?
Io preferisco il termine ‘narratore’ perché mi pare meno pomposo. Io racconto storie d’intrattenimento, con tutto il cuore e la passione che ho. La mia è la storia di un ragazzino che è riuscito a trasformare un hobby in un lavoro, magari senza capire bene la complessità e le difficoltà del mondo editoriale. Quando ho capito veramente com’era questo mondo ormai c’ero dentro. Non sapevo fare altro, così ci sono rimasto pur con tutte le difficoltà che non riguardano il ‘mestiere’ di raccontare, ma i meccanismi e le persone che lo regolano. Un po’ come il mio personaggio più famoso, Il Professionista, che da ragazzo sognava l’avventura e poi quando si è trovato a viverla e ha capito che non era un universo idealizzato come aveva immaginato ci è rimasto intrappolato dentro. Ma è andata meglio a me che a Lui. Quantomeno quando mi alzo la mattina so che non devo fare a pistolettate tutto il giorno…
lunedì 19 novembre 2018
Francesca Battistella – Quando il noir ha sfumature di giallo, rosa, rosso, arancione…
LoreGasp
… e tutto l’arcobaleno. Del resto, il Re di bastoni, in
piedi come sempre, ha nel suo mantello variegato colori che Il messaggero dell’alba,
pur usando La stretta del lupo, non potrebbe mai sognare di raggiungere. Perché
lui lo sa bene che La bellezza non ti salverà.
…
Dico subito che non si tratta di sostanze stupefacenti, né
di alcool, cibo andato a male o stress prolungato: adoro giocare con i titoli e
le copertine dei libri. E se sono belli e ricchi come quelli di Francesca
Battistella (ignominiosamente baloccati nella frase mattoide di cui sopra), mi
viene ancora di più. Soprattutto perché è stato un autentico piacere leggerli,
e una fonte di rallegramento e gioia continui, pur essendo noir e gialli, posti
in cui compaiono assassini seriali, indagini forensi, profiler e anche tanta
paura.
Ma quando il talento scende in campo, si siede alla
scrivania e scrive questi libri, possiamo aspettarci anche questo. Se si ha la
fortuna di conoscere dal vivo la portatrice del talento di cui sopra, ci si
rende conto che si tratta della pura verità. Come sempre organizzato da Bolla e
Fantasia, in collaborazione con il Comune di Rosta e la sua bellissima
Biblioteca, e con il Furore Di Aver Libri, l’incontro di sabato 17 novembre ha
visto protagonista lei, Francesca Battistella e i suoi quattro cavalieri del
Buon Leggere, i suoi bellissimi noir, tutti pubblicati dalla casa editrice Scrittura e Scritture.
L’abbiamo ascoltata mentre, con una verve che non ha mai
subito flessioni, ci ha raccontato di sé come autrice e creatrice dei quattro
consigliatissimi titoli menzionati sopra.
giovedì 25 ottobre 2018
Giuse Alemanno – Come belve feroci
LoreGasp
… forse anche peggio. Era da qualche tempo che non leggevo un libro così, di quelli che mi spingono a spiegare a fondo i motivi per cui mi è piaciuto, pur detestando ogni riga, ogni personaggio.
Come belve feroci è l’ultimo romanzo di Giuse Alemanno, ed esce oggi per Las Vegas Edizioni, nella collana I Jackpot.
Siamo a Oppido Messapico, in provincia di Taranto, una domenica mattina, nella masseria di proprietà della famiglia Sarmenta. Nell’ora solitamente dedicata al pranzo famigliare, viene consumato un massacro abietto, le cui vittime sono Paolo e la moglie Enza Sarmenta. L’orrendo assassino è Costantino Rochira, piccolo boss locale, spalleggiato da due suoi tirapiedi. È lì come inviato da qualcuno più potente e più pericoloso, per regolare i conti, e anche per mettere in atto una sua meschina vendetta personale.
Il risultato, però, non è quello auspicato. Al massacro sfuggono il pericolosissimo figlio adolescente dei Sarmenta, Massimo (con un soprannome estremamente eloquente, “Mattanza”), e il fratello di Paolo, Vittorio, e la sua famiglia: la moglie Mimma e il figlio Santo. Costantino Rochira è un sadico meschino, ma non troppo brillante di testa. Ed è uno che non si sa controllare.
… forse anche peggio. Era da qualche tempo che non leggevo un libro così, di quelli che mi spingono a spiegare a fondo i motivi per cui mi è piaciuto, pur detestando ogni riga, ogni personaggio.
Come belve feroci è l’ultimo romanzo di Giuse Alemanno, ed esce oggi per Las Vegas Edizioni, nella collana I Jackpot.
Siamo a Oppido Messapico, in provincia di Taranto, una domenica mattina, nella masseria di proprietà della famiglia Sarmenta. Nell’ora solitamente dedicata al pranzo famigliare, viene consumato un massacro abietto, le cui vittime sono Paolo e la moglie Enza Sarmenta. L’orrendo assassino è Costantino Rochira, piccolo boss locale, spalleggiato da due suoi tirapiedi. È lì come inviato da qualcuno più potente e più pericoloso, per regolare i conti, e anche per mettere in atto una sua meschina vendetta personale.
Il risultato, però, non è quello auspicato. Al massacro sfuggono il pericolosissimo figlio adolescente dei Sarmenta, Massimo (con un soprannome estremamente eloquente, “Mattanza”), e il fratello di Paolo, Vittorio, e la sua famiglia: la moglie Mimma e il figlio Santo. Costantino Rochira è un sadico meschino, ma non troppo brillante di testa. Ed è uno che non si sa controllare.
martedì 23 ottobre 2018
Matt Haig – Come fermare il tempo
LoreGasp
Ho sempre avuto un debole per i romanzi che avevano a che
fare con il tempo, soprattutto quando si tratta di andare indietro. O per una
regressione tramite ipnosi, oppure per un superpotere o per semplice
immortalità, come Highlander. (Ricordate il film, con Christopher Lambert?)
Quando ho letto il titolo e la sinossi, pensavo che si
trattasse dell’avventura di un ennesimo immortale, magari ispirata proprio al
film appena nominato.
Si è rivelato, invece, qualcosa di più originale. E anche la
lettura ha rivelato aspetti originali di un tema già affrontato in tante salse,
lingue e maniere.
È la storia in prima persona di Tom Hazard, nato Estienne
Thomas Ambroise Christophe Hazard, il 3 marzo 1581, in Francia, in un piccolo
castello di proprietà dei suoi genitori. A causa di scontri religiosi (è il
periodo controverso della repressione degli ugonotti), la famiglia ripara in
Inghilterra, nel villaggio di Edwardstone nel Suffolk. Fin qui nulla di
particolare. A parte il fatto che, ai giorni nostri, Tom è ancora vivo per
raccontarci la sua storia.
lunedì 22 ottobre 2018
Luisella Ceretta – L’incontro con l’autrice e i suoi noir italiani
LoreGasp
Sabato scorso, il 20 ottobre, alla Biblioteca Comunale di Rosta si è tenuto il consueto Incontro con l’autore, organizzato da Bolla e Fantasia, il Blog Del Furore Di Aver Libri e il Comune di Rosta, che ci ospita sempre con grande generosità.
Una tinta di noir per il primo incontro autunnale di libri, con Luisella Ceretta, autrice che già conosciamo da diverso tempo, grazie al suo 1982 Viaggio nel tempo, edito da Spunto Edizioni, e dalla sua partecipazione sempre molto attiva a diverse iniziative che ruotano intorno ai libri. Potrete vedere tutte le foto dell’incontro nelle pagine di Bolla e Fantasia e Del Furore Di Aver Libri.
Luisella è un’autrice in grado di passare con agio dalla narrazione fantastica (e anche storica, perché esistono titoli precedenti al 1982 molto interessanti) a quella fosca del noir, risvegliando emozioni e interessi diversi, con il suo stile sempre preciso e scorrevole.
Sabato scorso, il 20 ottobre, alla Biblioteca Comunale di Rosta si è tenuto il consueto Incontro con l’autore, organizzato da Bolla e Fantasia, il Blog Del Furore Di Aver Libri e il Comune di Rosta, che ci ospita sempre con grande generosità.
Una tinta di noir per il primo incontro autunnale di libri, con Luisella Ceretta, autrice che già conosciamo da diverso tempo, grazie al suo 1982 Viaggio nel tempo, edito da Spunto Edizioni, e dalla sua partecipazione sempre molto attiva a diverse iniziative che ruotano intorno ai libri. Potrete vedere tutte le foto dell’incontro nelle pagine di Bolla e Fantasia e Del Furore Di Aver Libri.
Luisella è un’autrice in grado di passare con agio dalla narrazione fantastica (e anche storica, perché esistono titoli precedenti al 1982 molto interessanti) a quella fosca del noir, risvegliando emozioni e interessi diversi, con il suo stile sempre preciso e scorrevole.
giovedì 11 ottobre 2018
Chiara Pilat – Io sono Egea – Alieni e trasformazioni
LoreGasp
Qualche giorno fa ho pubblicato sulla pagina Facebook del Blog una variante della Cintura di Orione in Libri: quella che raccoglie tutti
i libri che ho letto recentemente e che attendono un passaggio scritto sul Blog. Uno di questi è Io sono Egea,
di Chiara Pilat, pubblicato da Edizioni Convalle. Ho potuto incontrare e conoscere Stefania Convalle, titolare e
scrittrice, all’ultimo Salone del Libro #salto18 (e rieccolo). Stefania è una
donna versatile e molto in gamba: potrete rendervene conto nel momento in cui guardate
il suo catalogo, la seguite nel suo gruppo Facebook (Le Lettrici e i Lettori di Stefania Convalle), e leggete il suo blog.
Se vogliamo catalogare Io sono Egea, di Chiara Pilat,
potremmo dire velocemente che si tratta di fantasy. Nel momento, però, in cui
entriamo dalla porta del libro, cogliamo che è molto di più.
Siamo sulla Terra, nello stato americano del Maine. Egea è
una ragazza giovane, di diciotto anni. La sua età fisica è molto bassa, ma non
quella interiore: una malattia cardiaca, che le limita di parecchio la vita sociale
che normalmente si avrebbe, la costringe a poche passeggiate nella natura,
pochi incontri con gli amici, e libri da leggere. Dopo infinite terapie, mille
rapporti con i medici, Egea non nutre tante illusioni sulla propria guarigione
e sul fatto di vedere ancora molti altri giorni davanti a sé.
Fino ad una notte.
Egea non riesce a dormire, si affaccia alla finestra della
sua stanza e vede sfrecciare un bagliore intenso nel cielo: un corpo celeste
avvolto dalle fiamme che si schianta tuonando nel bosco vicino! Una tentazione
irresistibile: il suo cuore malato passa in secondo piano, e la ragazza si
precipita, letteralmente, a cercare il luogo della caduta.
Un asteroide? Un pezzo di stella, di Luna letteralmente
piombato dal cielo quasi sulla sua testa? Aiutandosi con la torcia dello
smartphone, Egea arriva ad una scoperta incredibile: un oggetto ovoidale,
rosso, grande quanto la sua stanza, conficcato in un cratere, emanante uno
strano gelo. Oh, qui c’è molto di più. Non è un semplice asteroide. La sua
sorpresa cresce a dismisura quando l’oggetto si apre e lascia emergere una
figura. Altissima, dalle forme umanoidi, la pelle bianca come porcellana e gli
occhi d’oro pulsante, un’aliena esce allo scoperto davanti ad una terrorizzata
e ammutolita Egea. Non riesce ad accennare un movimento, i suoi occhi seguono attenti
e strabiliati le mosse della creatura che allunga una mano verso di lei e…
vertigini, risucchio, buio.
Dopo qualche minuto di spaesamento, Egea riapre gli occhi,
comincia a muoversi e… oddio, oddio. Qualcosa non va. Il suo campo visivo
inquadrano un paio di braccia lunghe e bianche quanto la porcellana, un paio di
gambe assolutamente chilometriche, uno strano abito fatto d’oro. Non lo
inquadrano solo. Gli occhi le stanno dicendo che quelle braccia, quel corpo
alieno sono suoi, adesso.
Alzando lo sguardo, Egea vede se stessa, quella che ha
sempre visto e riconosciuto come se stessa, guardarla con una strana
espressione sogghignante (no, quella non è tipica sua) e allontanarsi.
L’aliena ha scambiato i corpi! Egea è nel corpo dell’aliena,
e lei nel suo!
sabato 6 ottobre 2018
Mariapaola Perucca – Rivelazioni incrociate – L’invito del cruciverba
LoreGasp
Mariapaola Perucca: la conoscete poiché è titolare della
casa editrice Spunto Edizioni di Buttigliera Alta, nella valle di Susa che si
allunga poco fuori Torino, verso nord, la Sacra di San Michele. I libri del suo
catalogo (www.spunto.info) offrono storie
belle, originali, dense, curate, così come altrettanto curato è l’aspetto dei
volumi, stampati con qualità e con copertine sempre allettanti e seducenti. Se
mi soffermo a pensare, la rispecchiano in pieno.
Li avete visti passare spessissimo nel blog, soprattutto
grazie alle recensioni di Simona, di cui è molto amica.
Se con il suo catalogo editoriale abbiamo imparato a
conoscere l’aspetto lavorativo e culturale di Mariapaola, con il suo romanzo Rivelazioni incrociate, uscito il 5
ottobre, ci addentriamo nel suo mondo interiore. Mi viene da pensare che non è
nemmeno una piccola parte di quello che c’è ancora da esplorare, e del resto
questo è l’ultimo romanzo di Mariapaola. Andate a ritrovare gli altri: La casa di Linda e Inconsapevole erede.
Ora siamo alle Rivelazioni incrociate: se vi aspettate
folgorazioni sulla via di Damasco, o colpi di scena all’americana di
esposizioni di identità varie (Luke, sono tuo padre! Tanto per capirci), siete
su una strada diversa e più movimentata.
Qui, in questo romanzo siete lo stesso in movimento, ma
dentro voi stessi, soprattutto. Percorrerete delle tappe (guardate l’indice e i
titoli dei capitoli) di un viaggio in cui scoprirete, vi meraviglierete e
vorrete saperne di più.
Non siete soli, qui. Mariapaola vi affianca, oltre alla sua
voce, due giovanissimi protagonisti, e le loro famiglie: Giorgio e Stefania,
grandi amici, studenti universitari di architettura del paesaggio (bellissimo
indirizzo, questo), che vivono ad Avigliana, grosso centro importante della
Valle di Susa. Giorgio è un ragazzo riflessivo, d’altri tempi. Studioso,
rispettoso, amante del divertimento com’è tipico della sua età, ma con una
testa matura e da grande ricercatore. È un ricercatore, Giorgio. Ricerca i
significati di se stesso, della sua vita, del mondo che lo circonda. Si può
dire che cerchi IL significato principale, quello che prima o poi arriva a
bussare alle porte di tutti, soprattutto dei più sensibili, di coloro che non
si accontentano: qual è il significato della vita?
lunedì 24 settembre 2018
Le Interviste Del Furore #5 - Marino Rolfi, lo Chef e i suoi trucchi
LoreGasp
Dopo una pausa estiva un po' lunga, e costellata soprattutto di thriller, ritorno a scrivere con un'intervista. E un'intervista ad uno chef, Marino Rolfi, docente e consulente in campo alimentare,
Patron chef e catering di Logos Catering, la società da lui fondata.
Chi è Marino Rolfi?
Chef di lunga data, di grandissima passione per i fornelli accresciuta sul campo anche in contesti di prestigio elevato, come la trasmissione tv La prova del cuoco di Antonella Clerici nel febbraio di quest'anno, come rappresentante della F.I.C., Federazione Italiana Cuochi (tenete presente questo titolo, sarà ricorrente), riconosciuto miglior chef del Veneto e tra i 30 migliori d'Italia.
Ha una rubrica radiofonica molto seguita a Trieste, I trucchi dello chef, su Radioattività, e presto sarà ascoltabile anche dalle frequenze di radio NumberOne Bergamo.
Non un semplice cuoco, e non una carriera lineare o di poco conto, insomma!
E come ci entra uno chef, in un blog di libri?
Perché lo chef in questione ha pubblicato un libro con Cavinato Editore, I trucchi dello chef, proprio sull'onda (radio), è il caso di dirlo, della rubrica radiofonica menzionata sopra.
In questo libro mette a disposizione del lettore la sua sapienza di chef conoscitore delle tradizioni culinarie italiane e non. Se vi aspettate il consueto libro di ricette, rimarrete piacevolmente sorpresi, perché si va oltre la competenza nella preparazione di un piatto: si parla di trucchi, di conoscenza pragmatica ed evoluta della cucina e di come far fruttare al meglio tutti gli ingredienti.
I lettori devono pur mangiare, tra un libro e l'altro... e mentre si rilassano in cucina, seguendo i trucchi di Marino Rolfi e mettendoli in pratica, potrebbero persino pensare con maggior tranquillità ai prossimi titoli da leggere.
Se volete conoscerlo di persona, sabato 29 settembre presenterà il suo libro presso la Libreria Belgravia di Torino, in via Vicoforte 14/D, alle ore 17,00.
Intanto, alcune brevi domande di anticipazione, tanto per "assaggiare" il personaggio...
- Buongiorno, Marino, grazie di essere con noi lettori! La domanda di rito è quella che va sempre a rintracciare le radici di una passione, o di un lavoro: che cosa ti ha fatto diventare cuoco?
La mia passione ed il mio amore per la cucina muovono i primi passi sin dalla prima infanzia, con i profumi ed i sapori della cucina di famiglia di nonna ( vedi tu paterna o materna o materna) che io aiutaci sin da piccino
- Cosa sono la cucina, l'alimentazione, per te?
L'alimentazione e la cucina sono per me alla base di una vita sana e felice.
Nella mia generazione questa tradizione e' andata perduta e la ritroviamo ora, con i dovuti aggiornamenti e rivisitazioni, per educare ed abituare le future generazioni a questo tipo di stile di vita sano.
- Hai creato una bella carriera, nel corso degli anni, con partecipazioni ad eventi importanti, comparizioni in televisione a La prova del cuoco con Antonella Clerici, e programmi radiofonici. Ora hai scritto un libro, I trucchi dello chef. Com'è passare dai fornelli alla penna/al pc?
Passare dai fornelli alla tv e alla radio è un emozione diversa, sei al centro dell' attenzione E diventi un teacher, un insegnante, che aiuta a comprendere e l' importanza dell' alimentazione corretta per la salute , le nuove prospettive ed evoluzioni di questo mestiere, tipo esercizio catering ed altro ancora.
Passare alla penna invece d' introspettivo, ritrovi il te' stesso di una volta agli esordi e il te' stesso di oggi con il tuo vissuto, un viaggio andata e ritorno nel passato per progettare il futuro
- Quali sono i tuoi programmi futuri?
I miei programmi futuri sono molto diversificati fra l' impegno nell'insegnamento, nell'incrementare l'attività' soprattutto di catering della mia azienda ed un altro libro, dove la penna ha voluto tramandare alcune ricette praticamente inusuali ma molto radicate nella tradizione unite all'arte, l,'arte che sposa l'arte e da vita a questo nuovo libro che dovrebbe uscire la prossima primavera.
Grazie di essere stato con noi, e buon lavoro!
Dopo una pausa estiva un po' lunga, e costellata soprattutto di thriller, ritorno a scrivere con un'intervista. E un'intervista ad uno chef, Marino Rolfi, docente e consulente in campo alimentare,
Patron chef e catering di Logos Catering, la società da lui fondata.
Chi è Marino Rolfi?
Chef di lunga data, di grandissima passione per i fornelli accresciuta sul campo anche in contesti di prestigio elevato, come la trasmissione tv La prova del cuoco di Antonella Clerici nel febbraio di quest'anno, come rappresentante della F.I.C., Federazione Italiana Cuochi (tenete presente questo titolo, sarà ricorrente), riconosciuto miglior chef del Veneto e tra i 30 migliori d'Italia.
Ha una rubrica radiofonica molto seguita a Trieste, I trucchi dello chef, su Radioattività, e presto sarà ascoltabile anche dalle frequenze di radio NumberOne Bergamo.
Non un semplice cuoco, e non una carriera lineare o di poco conto, insomma!
E come ci entra uno chef, in un blog di libri?
Perché lo chef in questione ha pubblicato un libro con Cavinato Editore, I trucchi dello chef, proprio sull'onda (radio), è il caso di dirlo, della rubrica radiofonica menzionata sopra.
In questo libro mette a disposizione del lettore la sua sapienza di chef conoscitore delle tradizioni culinarie italiane e non. Se vi aspettate il consueto libro di ricette, rimarrete piacevolmente sorpresi, perché si va oltre la competenza nella preparazione di un piatto: si parla di trucchi, di conoscenza pragmatica ed evoluta della cucina e di come far fruttare al meglio tutti gli ingredienti.
I lettori devono pur mangiare, tra un libro e l'altro... e mentre si rilassano in cucina, seguendo i trucchi di Marino Rolfi e mettendoli in pratica, potrebbero persino pensare con maggior tranquillità ai prossimi titoli da leggere.
Se volete conoscerlo di persona, sabato 29 settembre presenterà il suo libro presso la Libreria Belgravia di Torino, in via Vicoforte 14/D, alle ore 17,00.
- Buongiorno, Marino, grazie di essere con noi lettori! La domanda di rito è quella che va sempre a rintracciare le radici di una passione, o di un lavoro: che cosa ti ha fatto diventare cuoco?
La mia passione ed il mio amore per la cucina muovono i primi passi sin dalla prima infanzia, con i profumi ed i sapori della cucina di famiglia di nonna ( vedi tu paterna o materna o materna) che io aiutaci sin da piccino
- Cosa sono la cucina, l'alimentazione, per te?
L'alimentazione e la cucina sono per me alla base di una vita sana e felice.
Nella mia generazione questa tradizione e' andata perduta e la ritroviamo ora, con i dovuti aggiornamenti e rivisitazioni, per educare ed abituare le future generazioni a questo tipo di stile di vita sano.
- Hai creato una bella carriera, nel corso degli anni, con partecipazioni ad eventi importanti, comparizioni in televisione a La prova del cuoco con Antonella Clerici, e programmi radiofonici. Ora hai scritto un libro, I trucchi dello chef. Com'è passare dai fornelli alla penna/al pc?
Passare dai fornelli alla tv e alla radio è un emozione diversa, sei al centro dell' attenzione E diventi un teacher, un insegnante, che aiuta a comprendere e l' importanza dell' alimentazione corretta per la salute , le nuove prospettive ed evoluzioni di questo mestiere, tipo esercizio catering ed altro ancora.
Passare alla penna invece d' introspettivo, ritrovi il te' stesso di una volta agli esordi e il te' stesso di oggi con il tuo vissuto, un viaggio andata e ritorno nel passato per progettare il futuro
- Quali sono i tuoi programmi futuri?
I miei programmi futuri sono molto diversificati fra l' impegno nell'insegnamento, nell'incrementare l'attività' soprattutto di catering della mia azienda ed un altro libro, dove la penna ha voluto tramandare alcune ricette praticamente inusuali ma molto radicate nella tradizione unite all'arte, l,'arte che sposa l'arte e da vita a questo nuovo libro che dovrebbe uscire la prossima primavera.
Grazie di essere stato con noi, e buon lavoro!
venerdì 24 agosto 2018
Stefania Bertola – Romanzo rosa – Attenzione, scrittrici all’opera!
LoreGasp
Un romanzo rosa. E anche un bel rosa. E qui mi riferisco alle sfumature di colore che vedete nella copertina dell’edizione Einaudi. Poiché rivalutare i romanzi rosa non mi era più sufficiente, sono andata avanti a recuperare persino l’ammirazione per il colore… alcune sue sfumature sono davvero belle.
Il libro è divertentissimo. Lo dico subito perché non ho smesso di ridere dalla prima pagina fino all’ultima. Stefania Bertola è una sicurezza, sempre. Le bastano pochi tocchi di stile per creare personaggi affascinanti, quelli che vorresti seguire ogni momento e che cerchi in tutte le pagine, se per caso non ci sono. In questo blog ci sono praticamente tutti gli altri romanzi della scrittrice, con qualche piccola eccezione. Dovuta solo a questioni di tempo e di distrazione endemica della fibra da lettrice.
Entriamo in questo piccolo (si fa per dire) mondo rosa tramite Olimpia. E Leonora Forneris. E il romanzo di Olimpia. Sì, in questo romanzo abbondano le voci narranti, e i livelli. Se dovessi paragonarlo ad un altro oggetto, questo libro è un delizioso tessuto di seta. Uno di quei tappetini da meditazione, piccoli di dimensione, ma un’intera esplosione di fili di seta colorati, brillanti e lucidi, intrecciati con maestria a generare forme e figure anche complesse. Sembrano piccoli, ma… date un’occhiata da vicino e noterete subito la destrezza, la capacità, la creazione a punto in tutti i particolari.
Chi sono Olimpia, Leonora Forneris, e… il romanzo di Olivia?
Un romanzo rosa. E anche un bel rosa. E qui mi riferisco alle sfumature di colore che vedete nella copertina dell’edizione Einaudi. Poiché rivalutare i romanzi rosa non mi era più sufficiente, sono andata avanti a recuperare persino l’ammirazione per il colore… alcune sue sfumature sono davvero belle.
Il libro è divertentissimo. Lo dico subito perché non ho smesso di ridere dalla prima pagina fino all’ultima. Stefania Bertola è una sicurezza, sempre. Le bastano pochi tocchi di stile per creare personaggi affascinanti, quelli che vorresti seguire ogni momento e che cerchi in tutte le pagine, se per caso non ci sono. In questo blog ci sono praticamente tutti gli altri romanzi della scrittrice, con qualche piccola eccezione. Dovuta solo a questioni di tempo e di distrazione endemica della fibra da lettrice.
Entriamo in questo piccolo (si fa per dire) mondo rosa tramite Olimpia. E Leonora Forneris. E il romanzo di Olimpia. Sì, in questo romanzo abbondano le voci narranti, e i livelli. Se dovessi paragonarlo ad un altro oggetto, questo libro è un delizioso tessuto di seta. Uno di quei tappetini da meditazione, piccoli di dimensione, ma un’intera esplosione di fili di seta colorati, brillanti e lucidi, intrecciati con maestria a generare forme e figure anche complesse. Sembrano piccoli, ma… date un’occhiata da vicino e noterete subito la destrezza, la capacità, la creazione a punto in tutti i particolari.
Chi sono Olimpia, Leonora Forneris, e… il romanzo di Olivia?
giovedì 23 agosto 2018
Pasquale Ruju – Stagione di cenere – Un’altra fotografia che mette nei guai…
LoreGasp
La Stagione di Cenere è l’estate. Quel periodo in cui la mia sopportazione, ben allenata e collaudata, si riduce dell’85% e il restante va in cenere, appunto, con la velocità di qualcosa colpito dal fulmine.
Un altro che non brilla per pazienza è Franco Zanna, il fotografo sui generis in perenne lotta con il Nero del precedente libro di Pasquale Ruju, Nero di mare, che abbiamo conosciuto insieme ad un pezzetto importante della sua famiglia: l’irriducibile figlia Valentina e il graniticamente affascinante zio Gonario (il mio preferito, senza dubbio).
Siamo in Sardegna, a Porto Sabore, inizio d’estate. Dovrebbe essere anche l’inizio di maggior lavoro e guadagno per l’ex reporter convertito a paparazzo, sguinzagliato dall’imperiosa Irene dell’agenzia Gallura Vera sulle tracce di celebrità più o meno planetarie, impegnate a prendere il sole in topless, frequentare feste glamour e costose, e a intrecciare relazioni poco consentite. Tempi maturi per frutta e scoop, insomma!
E non solo. Questo è tempo anche di incendi. I telegiornali trasmettono bollettini di guerra, quando parlano della Sardegna d’estate: terre e boschi anneriti e spezzati da fiamme indotte, procurate ad arte. Regolamenti di conti, malattie psicologiche di attrazione morbosa per il fuoco, dispetti… ? Qualcuno sì. Per la maggior parte dei casi, si tratta di altro. Qualcosa di più grave, che ha tanto il sapore delittuoso della truffa progettata e portata a termine con il contributo e la connivenza dei “soliti ignoti”… quelli per cui siamo diventati famosi nel mondo, e oggetto di vari film a firma Scorsese, Coppola, Cimino.
La Stagione di Cenere è l’estate. Quel periodo in cui la mia sopportazione, ben allenata e collaudata, si riduce dell’85% e il restante va in cenere, appunto, con la velocità di qualcosa colpito dal fulmine.
Un altro che non brilla per pazienza è Franco Zanna, il fotografo sui generis in perenne lotta con il Nero del precedente libro di Pasquale Ruju, Nero di mare, che abbiamo conosciuto insieme ad un pezzetto importante della sua famiglia: l’irriducibile figlia Valentina e il graniticamente affascinante zio Gonario (il mio preferito, senza dubbio).
Siamo in Sardegna, a Porto Sabore, inizio d’estate. Dovrebbe essere anche l’inizio di maggior lavoro e guadagno per l’ex reporter convertito a paparazzo, sguinzagliato dall’imperiosa Irene dell’agenzia Gallura Vera sulle tracce di celebrità più o meno planetarie, impegnate a prendere il sole in topless, frequentare feste glamour e costose, e a intrecciare relazioni poco consentite. Tempi maturi per frutta e scoop, insomma!
E non solo. Questo è tempo anche di incendi. I telegiornali trasmettono bollettini di guerra, quando parlano della Sardegna d’estate: terre e boschi anneriti e spezzati da fiamme indotte, procurate ad arte. Regolamenti di conti, malattie psicologiche di attrazione morbosa per il fuoco, dispetti… ? Qualcuno sì. Per la maggior parte dei casi, si tratta di altro. Qualcosa di più grave, che ha tanto il sapore delittuoso della truffa progettata e portata a termine con il contributo e la connivenza dei “soliti ignoti”… quelli per cui siamo diventati famosi nel mondo, e oggetto di vari film a firma Scorsese, Coppola, Cimino.
giovedì 9 agosto 2018
Antonio Infuso – Suicidi al sorgere del sole – Riti mortali
LoreGasp
È un’estate calda, questa. I ventilatori e l’aria
condizionata rendono migliori le condizioni del corpo, ma cosa si può fare per
lo spirito, la mente, che tendono ad addormentarsi con la calura oppressiva?
Seguire un commissario nelle sue indagini. Se non si può fare sul serio (il
corpo di Polizia non sembra accogliere volentieri distrazioni di alcun genere
nelle sue indagini), allora è necessario rivolgersi altrove. Ad uno scrittore
come Antonio Infuso, per esempio, che ha creato un commissario in gamba e poco
negli schemi come Stefano Vega. Qui siamo alla sua seconda indagine, con
Suicidi al sorgere del sole, pubblicato da Intrecci Edizioni poco prima del
Salone del Libro 2018 (#salto2018, rieccolo).
Un suicidio è un avvenimento tragico. Dieci sono una strage.
Un’ecatombe e un rompicapo allo stesso momento, che tiene inchiodata la Sezione
omicidi della Polizia di Torino. Perché?
Quando apriamo il libro, è appena avvenuto l’ultimo. Dieci
suicidi nell’arco di circa due anni e mezzo (2012-2014), ritmati con i
cambiamenti stagionali, al momento del solstizio o dell’equinozio, sempre all’alba.
I suicidi non sono mai soli: si tratta sempre di uomini che prima di
suicidarsi, uccidono. Sempre una donna: una moglie, una fidanzata, una
convivente, persino una vicina di casa. Sono suicidi-omicidi, se vogliamo
essere precisi.
Manca un particolare, poiché la stranezza di queste morti
non è ancora sufficiente.
I suicidi avvengono secondo un rito giapponese molto antico,
il seppuku, utilizzando un apposito coltello, il tantò.
Ci sono biglietti,
spiegazioni, tracce? Nulla. Il buio totale. Nemmeno la luce dell’alba che
accompagna queste morti rituali riesce a gettare luce. Niente nella vita delle
vittime. Niente coinvolgimenti strani in giri malavitosi, niente cadute
irreversibili in crisi depressive, niente vendette. Nessuna appartenenza a
sette, nemmeno a quelle più bizzarre o pericolose. Niente nelle comunità
cino-giapponesi, soprattutto i circoli culturali. Niente nei negozi
specializzati nella vendita di oggetti rituali come quei coltelli.
lunedì 30 luglio 2018
Michel Bussi – Ninfee nere – All’ombra di Monet.
LoreGasp
All’ombra delle fanciulle in fiore, si potrebbe replicare. No, non è un dialogo tra due colossi dell’arte francese, praticamente coevi, ma una considerazione che mi è nata leggendo il titolo di questo spettacolare romanzo di Michel Bussi, edito da E/O. È uno di quei libri che non sapevo di dover leggere, finché non ho letto le prime pagine da fiaba nera:
“Tre donne vivevano in un paesino. La prima era cattiva, la seconda bugiarda e la terza egoista. […] Tre donne vivevano in un paesino. La terza era quella con più talento, la seconda era la più furba e la prima era la più determinata. Secondo voi, quale delle tre è riuscita a scappare? La terza, la più giovane, si chiamava Fanette Morelle. La seconda si chiamava Stéphanie Dupain. La prima, la più vecchio, ero io.”
Ho saltato apposta un paio di pezzi, perché la musica di queste righe di introduzione dev’essere ascoltata tutta nella sua sinfonia sorniona, quasi irriverente. Parte noncurante, lascia cadere pezzi di informazione importanti, ma in modo trascurato, come gocce d’oro che cadono da un braccialetto in creazione. E anche in italiano, questa musica si sente benissimo, per cui complimenti vivissimi al traduttore! E ha una sua certa atmosfera da racconto gotico, alla Seconda-Edizione-dei-Fratelli-Grimm, che non può non solleticare le curiosità più accese di un lettore.
Dove si trovano queste donne, una di undici anni, l’altra di ventidue, l’altra di ottanta? A Giverny, paesino di ben 532 anime in Normandia, che è un inaspettato ombelico del mondo, perché vi dimorò l’immenso Claude Monet per tanto tempo. In quel posto si trovano le ispirazioni concrete dell’opera del pittore, nella sua natura immediata, talmente forti da attrarre folle di turisti da tutto il mondo, ansiosi di fotografare la casa rosa di Monet, ma anche di respirare l’aria magica che potrebbe, chissà, trasformare qualche allegro coloratore di tele in un invidiato e stimato pittore di talento.
Un piccolo, minuscolo mondo perfetto di talento e bellezza cristallizzato nel tessuto del tempo.
No. Non in questo romanzo.
All’ombra delle fanciulle in fiore, si potrebbe replicare. No, non è un dialogo tra due colossi dell’arte francese, praticamente coevi, ma una considerazione che mi è nata leggendo il titolo di questo spettacolare romanzo di Michel Bussi, edito da E/O. È uno di quei libri che non sapevo di dover leggere, finché non ho letto le prime pagine da fiaba nera:
“Tre donne vivevano in un paesino. La prima era cattiva, la seconda bugiarda e la terza egoista. […] Tre donne vivevano in un paesino. La terza era quella con più talento, la seconda era la più furba e la prima era la più determinata. Secondo voi, quale delle tre è riuscita a scappare? La terza, la più giovane, si chiamava Fanette Morelle. La seconda si chiamava Stéphanie Dupain. La prima, la più vecchio, ero io.”
Ho saltato apposta un paio di pezzi, perché la musica di queste righe di introduzione dev’essere ascoltata tutta nella sua sinfonia sorniona, quasi irriverente. Parte noncurante, lascia cadere pezzi di informazione importanti, ma in modo trascurato, come gocce d’oro che cadono da un braccialetto in creazione. E anche in italiano, questa musica si sente benissimo, per cui complimenti vivissimi al traduttore! E ha una sua certa atmosfera da racconto gotico, alla Seconda-Edizione-dei-Fratelli-Grimm, che non può non solleticare le curiosità più accese di un lettore.
Dove si trovano queste donne, una di undici anni, l’altra di ventidue, l’altra di ottanta? A Giverny, paesino di ben 532 anime in Normandia, che è un inaspettato ombelico del mondo, perché vi dimorò l’immenso Claude Monet per tanto tempo. In quel posto si trovano le ispirazioni concrete dell’opera del pittore, nella sua natura immediata, talmente forti da attrarre folle di turisti da tutto il mondo, ansiosi di fotografare la casa rosa di Monet, ma anche di respirare l’aria magica che potrebbe, chissà, trasformare qualche allegro coloratore di tele in un invidiato e stimato pittore di talento.
Un piccolo, minuscolo mondo perfetto di talento e bellezza cristallizzato nel tessuto del tempo.
No. Non in questo romanzo.
lunedì 23 luglio 2018
Eleanor Oliphant sta benissimo – Neanche così tanto.
LoreGasp
La prima cosa che mi è saltata in mente, leggendo questo titolo (ah, i titoli!), è mettere in dubbio l’informazione semplice-semplice che veicola: davvero? Non c’è qualcosa sotto?
Il bello di essere lettori, non è solo aprire il libro, leggerlo e vivere una serie di sensazioni/mondi/viaggi/giri in giostra emozionale, ma anche di fantasticare sul titolo. Immaginarsi una storia ancora prima di leggere la storia. Io mi diverto tantissimo a fare questi brevissimi cortometraggi in un angolo del mio cervello mentre scruto il titolo.
Tornando alla storia vera e propria, scopriamo subito se Eleanor Oliphant sta davvero bene o no. Ce lo dice lei in persona, dandoci molti particolari. Un discorso liscio scorrevole, argomentato, corretto, forse un po’ troppo… a puntino. È la sensazione che ho avuto, ascoltando le sue parole, la sua voce che ho immaginato monocorde senza essere sgraziata o sgradevole, mentre mi guardavo intorno nel suo mondo in cui mi aveva invitato, suo malgrado.
L’ufficio ordinato, all’interno di un palazzo di uffici dall’aria efficiente, “lavorativa”, in cui svolge lo stesso lavoro di contabile con immancabile precisione ed efficienza da nove anni. Il gruppo eterogeneo di colleghi, sempre pronti a lavorare il minimo indispensabile, a bere tazze di tè, a spettegolare, e a guardare un po’ straniti e un po’ di storto l’aliena Eleanor, che non si veste alla moda, non perde tempo a fare battute sugli altri (che non sa fare, perché il suo senso dell’umorismo eguaglia quello di Bones, di Kathy Reichs), ed esibisce inquietanti cicatrici su un viso altrimenti regolare, gradevole.
La prima cosa che mi è saltata in mente, leggendo questo titolo (ah, i titoli!), è mettere in dubbio l’informazione semplice-semplice che veicola: davvero? Non c’è qualcosa sotto?
Il bello di essere lettori, non è solo aprire il libro, leggerlo e vivere una serie di sensazioni/mondi/viaggi/giri in giostra emozionale, ma anche di fantasticare sul titolo. Immaginarsi una storia ancora prima di leggere la storia. Io mi diverto tantissimo a fare questi brevissimi cortometraggi in un angolo del mio cervello mentre scruto il titolo.
Tornando alla storia vera e propria, scopriamo subito se Eleanor Oliphant sta davvero bene o no. Ce lo dice lei in persona, dandoci molti particolari. Un discorso liscio scorrevole, argomentato, corretto, forse un po’ troppo… a puntino. È la sensazione che ho avuto, ascoltando le sue parole, la sua voce che ho immaginato monocorde senza essere sgraziata o sgradevole, mentre mi guardavo intorno nel suo mondo in cui mi aveva invitato, suo malgrado.
L’ufficio ordinato, all’interno di un palazzo di uffici dall’aria efficiente, “lavorativa”, in cui svolge lo stesso lavoro di contabile con immancabile precisione ed efficienza da nove anni. Il gruppo eterogeneo di colleghi, sempre pronti a lavorare il minimo indispensabile, a bere tazze di tè, a spettegolare, e a guardare un po’ straniti e un po’ di storto l’aliena Eleanor, che non si veste alla moda, non perde tempo a fare battute sugli altri (che non sa fare, perché il suo senso dell’umorismo eguaglia quello di Bones, di Kathy Reichs), ed esibisce inquietanti cicatrici su un viso altrimenti regolare, gradevole.
venerdì 20 luglio 2018
Dei consigli di lettura d’autore per l’estate – Da Luisella Ceretta
LoreGasp
Quanti di voi sono in ferie? Quanti stanno preparando la
valigia più importante di tutte, quella dei libri? Sono sicura che, nonostante
abbiate già tutto il necessario per leggere, troverete un posto in più per
qualche altro titolo. Magari uno di quelli consigliati da un autore, perché no?
E’ sempre interessante andare a sbirciare nella lista di lettura di uno
scrittore.
Ed è una scrittrice che ci rende partecipi dei suoi consigli
di lettura: sono i libri che sta leggendo ora. Si tratta di Luisella Ceretta,
autrice molto attiva di cui avete già sentito parlare su questo Blog, sulle
pagine FB del Blog, di Bolla e Fantasia e di Luoghi di Libri. In una conversazione
casuale è venuto fuori l’argomento: cosa leggi per l’estate? E lei ci ha
rivelato i titoli e i motivi delle sue scelte.
Leggiamola, prendiamo nota e andiamo in libreria con la
lista:
“Will Ferguson – Autostop con Buddha: perché mi affascina
il Giappone, anche se non ci sono mai stata. Non sono un’appassionata di guide
di viaggio (lo so che servono, lo so) e questa non è una guida ma un resoconto
piacevole, divertente, scorrevole di un viaggio attraverso il Giappone fatto in
autostop dallo scrittore canadese. Il libro non è recente ma rimane comunque
attuale.
Lucy Worsley – A casa di Jane Austen: perché mi piace Jane
Austen, mi piacciono i suoi romanzi e, soprattutto, lo stile di narrazione che
trovo più contemporaneo di molti autori attuali. Qui si parla delle case in cui
ha vissuto. “L’esistenza di Jane, in apparenza tanto tranquilla, fu segnata da
porte chiuse, strade che non le fu consentito imboccare, scelte che non poté
compiere. La piccola somma guadagnata a fatica grazie ai suoi libri non bastava
a consentirle di avere una casa tutta sua, e la morte del padre la costrinse a
peregrinare tra abitazioni in affitto o presso parenti che le riservavano il
destino proprio delle zie nubili: badare ai bambini.”, recita la sinossi. E
questo mi ha incuriosito. Ne ho letto solo alcune pagine, per ora.
Petros Markaris – Ultime della notte: perché una mia
conoscente me ne ha parlato bene. Non lo conoscevo. Questa è la prima indagine
del commissario Kostas Karitos (o Charitos), un tipo ostico, pure antipatico,
in continuo disaccordo (è un litigio continuo) con la moglie. Ho fatto fatica a
entrare nelle sue corde però, superata la ventesima pagina, la scrittura di
quel “vecchietto” di Markaris (è nato nel 1937, diciamo poco più giovane di
Camilleri) mi ha catturata. Penso che leggerò qualche altro suo romanzo.”
Titoli allettanti… a me piacciono già. Inutile dire che sto
già pensando a come riorganizzare (per la settordicesima volta in tre giorni,
penso) la mia lista di lettura…
giovedì 19 luglio 2018
Delle letture disordinate - E' ancora tempo di accumulo...
LoreGasp
Se penso ai libri che ho letto negli ultimi due mesi, dal Salone del Libro 2018 in avanti, direi che la parola "disordinato" è quella che maggiormente si avvicina. Ho mescolato un sacco di generi, sono andata avanti e indietro nel tempo. Sono passata da guerrieri ed eretici a poliziotte d’acciaio, detective rintronati, festival letterari con delitto, gatti e cani saggi, entrata in case da ristrutturare, ho salutato traditori biblici e occhieggiato ritorni di personaggi spaventosi. Noir, fantasy, storico, giallo, rosa, urban fantasy, energy. Quest'ultimo non so se esiste come genere, ma se non c'è... lo creo io.
Poiché si tratta delle mie letture, mio è anche il disordine.
Il lato Furioso della Lettrice, quello che spinge ad accumulare titoli su titoli, è ancora ben vivo. Mentre l’altra lettrice, quella che Sussurra ai Libri, è intenta ad ascoltare con attenzione i titoli che prende in esame, impazza il vortice degli argomenti che si accumulano in forma cartacea dovunque ci sia una superficie piatta: mensole, tavolini, davanzali, sedie, angoli di pavimenti lasciati incustoditi.
Quali titoli mi hanno portato in giostra, in questo periodo? Vado in ordine sparso, perché tanto stiamo parlando di disordine. Per trovare un punto fermo in questo caos, parto dal Salone del Libro 2018, a maggio. Il libro di Luisella Ceretta, 1982. Viaggio nel tempo, mi ha influenzato non poco. Quattro donne di età, carattere, estrazione diverse, ma tutte legate da rapporti di amicizia e parentela, si accingono a festeggiare il ventesimo compleanno di Giulia, la più giovane. Saltano in macchina, una Panda molto vissuta, e quando scendono dall’autolavaggio in cui sono passate, si ritrovano nello stesso posto, con una differenza di vent’anni in meno.
Dal 2002 sono passate al 1982. Siamo a luglio, e più precisamente il 12 luglio, il giorno della celeberrima finale del Mundial spagnolo, che l’Italia vinse in modo così eclatante contro la Germania, alla fine di una rincorsa spettacolare, iniziata dagli ultimi posti e in sordina. Una bizzarra anomalia nel tessuto tempo-spazio fa sì che queste quattro donne si trovassero di fronte ad altrettanti eventi importanti nella loro vita: momenti decisivi, che hanno lasciato qualche strascico, e… pure la nascita. Giulia si rivede piccolo spicchio umano, con tutta l’emozione dei suoi genitori appena diventati tale.
Quando ho ripensato a quel giorno del 1982, sono venute su diverse emozioni che erano rimaste tappate lì. Come per la lettura di Bianchini, Nessuno come noi, ho lasciato andare qualcosa che pesava. È stato terapeutico!
Se penso ai libri che ho letto negli ultimi due mesi, dal Salone del Libro 2018 in avanti, direi che la parola "disordinato" è quella che maggiormente si avvicina. Ho mescolato un sacco di generi, sono andata avanti e indietro nel tempo. Sono passata da guerrieri ed eretici a poliziotte d’acciaio, detective rintronati, festival letterari con delitto, gatti e cani saggi, entrata in case da ristrutturare, ho salutato traditori biblici e occhieggiato ritorni di personaggi spaventosi. Noir, fantasy, storico, giallo, rosa, urban fantasy, energy. Quest'ultimo non so se esiste come genere, ma se non c'è... lo creo io.
Poiché si tratta delle mie letture, mio è anche il disordine.
Il lato Furioso della Lettrice, quello che spinge ad accumulare titoli su titoli, è ancora ben vivo. Mentre l’altra lettrice, quella che Sussurra ai Libri, è intenta ad ascoltare con attenzione i titoli che prende in esame, impazza il vortice degli argomenti che si accumulano in forma cartacea dovunque ci sia una superficie piatta: mensole, tavolini, davanzali, sedie, angoli di pavimenti lasciati incustoditi.
Quali titoli mi hanno portato in giostra, in questo periodo? Vado in ordine sparso, perché tanto stiamo parlando di disordine. Per trovare un punto fermo in questo caos, parto dal Salone del Libro 2018, a maggio. Il libro di Luisella Ceretta, 1982. Viaggio nel tempo, mi ha influenzato non poco. Quattro donne di età, carattere, estrazione diverse, ma tutte legate da rapporti di amicizia e parentela, si accingono a festeggiare il ventesimo compleanno di Giulia, la più giovane. Saltano in macchina, una Panda molto vissuta, e quando scendono dall’autolavaggio in cui sono passate, si ritrovano nello stesso posto, con una differenza di vent’anni in meno.

Quando ho ripensato a quel giorno del 1982, sono venute su diverse emozioni che erano rimaste tappate lì. Come per la lettura di Bianchini, Nessuno come noi, ho lasciato andare qualcosa che pesava. È stato terapeutico!
venerdì 13 luglio 2018
Massimo Carlotto e Marco Videtta – Le vendicatrici – Chiudere un ciclo
LoreGasp
Dopo Ksenia, ci spostiamo a conoscere Eva D’Angelo. Proprietaria di una profumeria piuttosto nota nel
quartiere (siamo a Roma), con un ex marito ingombrante, Renzo, che l’ha
lasciata presto in un mare di debiti. Renzo ama donne e bella vita, ma non
affaticarsi troppo a lavorare. Per quello c’è sempre stata Eva, dinamica,
intraprendente, che non si tira mai indietro. Un giorno ritorna, bello come
sempre, superficiale come sempre, ingannatore come sempre, ed Eva ricade sotto
il suo incantesimo. Questa volta, però, dietro le rose e i fiori di una
riconciliazione inaspettata (e un po’ troppo rosea per essere vera vera), ci
sono spine molto affilate. E altrettanto pericolose. Renzo è finito in un giro sporchissimo,
imperniato sulla famiglia Mascherano, zingari ricchi e potenti, che
taglieggiano negozi, riciclano denaro, spacciano, sono implicati nel gioco d’azzardo.
Il suo gancio è stato Melody Mascherano, la nipote del capofamiglia e boss, di
cui è diventato amante per una notte, attirato dalle grandi quantità di denaro
contante e dalla Ferrari gialla esibiti e spesi con noncuranza dalla ragazza.
Se per lui è stato un bel gioco, non è stato così per lei, che lo cerca, lo
vuole, lo pretende. Irrompe nella vita di Eva minacciosa e violenta per
prenderselo. E questo è solo l’inizio. Il pericolo è reale, ci sono soldi in
gioco che Renzo non può restituire, l’angoscia del dover sfuggire, la crudeltà
di chi non considera niente di importante se non il potere e il denaro e spezza
vite umane con noncuranza, la rabbia di chi vede i propri sentimenti e il
proprio lavoro buttati via al vento per la superficialità altrui. Eva dovrà
affrontare tutto questo, poiché Renzo l’ha coinvolta troppo a fondo, ma a
differenza del suo ex-marito imbecille, la donna ha tre alleate formidabili in
Sara, Luz e Ksenia. Insieme, e grazie agli interventi che talvolta sanno di
miracoloso della misteriosa e ferocissima Sara, sapranno raddrizzare una
situazione buia e senza evidente via di uscita.
… un ciclo che stava aspettando da diverso tempo! Nel 2013
trovai quasi per caso Il primo di un ciclo di quattro romanzi, scritti da
Massimo Carlotto in collaborazione con Marco Videtta, per la rubrica Scrittori
Made in Campania. Carlotto non è proprio originario di quelle parti, verissimo,
ma il collega Videtta che lo affiancò in questo ciclo sì, per cui mi disposi a
leggere.
Sorvolo sull’aggancio solido del titolo. Quel “vendicatrici”
messo lì apriva da solo mondi su mondi.
Il primo romanzo ci fa conoscere soprattutto Ksenia, la
sposa siberiana, come dice il sottotitolo. Arrivata in Italia con un matrimonio
combinato che nei suoi sogni avrebbe dovuto migliorarle la vita, scopre che
quello è in realtà il primo passo per sprofondare in un inferno di violenza e
schiacciamento solo ai suoi danni. Il viaggio per riemergere da quell’abisso,
però, la porta in contatto con altre tre donne, Eva, Sara e Luz, ciascuna con
la sua storia horror nelle fibre. Si riveleranno amiche, famiglia, guerriere,
solidali, socie, amanti: un gruppo di titanio. Un gruppo di quattro donne inferocite
con la società maschile che le ha prese a calci in faccia per diletto e
sfruttamento, che le porta a trasformarsi, appunto, in vendicatrici. Ciascuna
di loro a suo modo, con il suo carattere e i suoi tempi.

giovedì 28 giugno 2018
Joël Dicker – La scomparsa di Stephanie Mailer – Che intrico!
LoreGasp
Il gruppo de I thriller di Edvige e altro tra le righe, gestito da
Cristina Mazzuccato e Valentina Lanino, organizza dei gruppi di lettura online
condivisa tra i suoi membri. Ogni condivisa dura un mese, in cui i lettori
leggono e recensiscono un libro scelto tramite un sondaggio precedente.
Questa è la seconda volta che partecipo anch’io (il
precedente romanzo era La lunga notte del Detective Waits, ma non ho ancora
messo le mani sulla tastiera per scriverne), e finalmente riesco a mettere giù
i miei pensieri prima della scadenza del mese. Io e i gruppi di lettura abbiamo
sempre qualche difficoltà di sincronia: trovo il modo, spesso, di essere in
ritardo sulle letture o sulle scritture.
Indubbiamente, un buon incentivo, questa volta, è stato il
romanzo scelto, La scomparsa di Stephanie Mailer di Joël Dicker. Conoscevo
l’autore per aver letto e recensito La verità sul caso Harry Quebert cinque
anni fa, per il blog Sangue d’inchiostro. Un altro bel pacchetto di pagine (704 il primo, 779 il secondo),
uno stile a tratti verboso, un certo gusto piuttosto tenace per i flashback,
personaggi qualche volta al limite del credibile, fino ad essere un po’ fuori
di testa, e una storia ricca di misteri, vicoli ciechi, colpi di scena.
Ne La scomparsa di Stephanie Mailer siamo a Orphea, nello
stato di New York. Una cittadina tranquilla, nella regione degli Hamptons, in
cui la criminalità è semi-azzerata e la vita ha i ritmi rallentati di altre
epoche. Nel 1994, nel tentativo di vivacizzare l’atmosfera sonnacchiosa della
città, l’amministrazione crea un festival teatrale. È la prima emozionante
edizione, che passa alla storia non solo per essere quella che apre la serie,
ma perché la sera dell’inaugurazione il sindaco di Orphea e la sua famiglia
vengono barbaramente uccisi in casa loro.
Davanti al loro vialetto, una vittima collaterale, probabilmente
attirata dal rumore degli spari: Meghan Padalin, una giovane donna che faceva
jogging nel parco, uccisa con un colpo alla nuca.
lunedì 25 giugno 2018
Blog Tour Caprice e lo Stregone - Alberto Camerra - Caprice e lo Stregone: la Leggenda di Tombelaine
LoreGasp
Un altro Blog Tour, alla scoperta di un urban fantasy firmato Alberto Camerra. Una storia avvincente che prende spunto da un'antica leggenda sorta intorno a Tombelaine, un isolotto poco distante da Mont Saint-Michel.
Ecco la sinossi del romanzo, Caprice e lo Stregone - La leggenda di Tombelaine, di Alberto Camerra
Ha ricevuto un misterioso invito scritto con una grafia d’altri tempi, Caprice, la giovane strega albina di Pontorson. È un messaggio che profuma di segreti antichi, come l’aroma delle rose nere e come l’amore bruciato sopra le rocce di Tombelaine, l’isola di pietra che si affaccia sul mare in mezzo al quale sorge Mont Saint-Michel, con la sua Abbazia impenetrabile agli assalti dei nemici, nei secoli passati. Le forze delle Tenebre hanno però natura infida, stringono patti e ordiscono maledizioni. Victor Leduc, signore della Rocca dei Puritani, sembra conoscere molto bene le intricate strade oscure della negromanzia ed è una figura ambigua, che danza sopra alla sottile linea di alleato e nemico: nasconde le sue reali intenzioni e il motivo che lo ha spinto ad affrontare Jean Paul, l’addestratore di falchi, l’uomo amato da Caprice. La ragazza, dal momento dell’arrivo di Victor, vive un profondo conflitto interiore di cui quest’ultimo pare riconoscere l’origine.
I sottili fili del nuovo confronto uniscono la storia di Hélène e di Gabriel, di un cavaliere ferito nel tentativo di salvarla dalle trame crudeli dello Stregone, mentre la follia del rogo cala sopra i destini di un sentimento morto e di un altro rinato.
Pagina ufficiale del romanzo: http://bit.ly/29AXzD4
Un altro Blog Tour, alla scoperta di un urban fantasy firmato Alberto Camerra. Una storia avvincente che prende spunto da un'antica leggenda sorta intorno a Tombelaine, un isolotto poco distante da Mont Saint-Michel.
Ecco la sinossi del romanzo, Caprice e lo Stregone - La leggenda di Tombelaine, di Alberto Camerra
Ha ricevuto un misterioso invito scritto con una grafia d’altri tempi, Caprice, la giovane strega albina di Pontorson. È un messaggio che profuma di segreti antichi, come l’aroma delle rose nere e come l’amore bruciato sopra le rocce di Tombelaine, l’isola di pietra che si affaccia sul mare in mezzo al quale sorge Mont Saint-Michel, con la sua Abbazia impenetrabile agli assalti dei nemici, nei secoli passati. Le forze delle Tenebre hanno però natura infida, stringono patti e ordiscono maledizioni. Victor Leduc, signore della Rocca dei Puritani, sembra conoscere molto bene le intricate strade oscure della negromanzia ed è una figura ambigua, che danza sopra alla sottile linea di alleato e nemico: nasconde le sue reali intenzioni e il motivo che lo ha spinto ad affrontare Jean Paul, l’addestratore di falchi, l’uomo amato da Caprice. La ragazza, dal momento dell’arrivo di Victor, vive un profondo conflitto interiore di cui quest’ultimo pare riconoscere l’origine.
I sottili fili del nuovo confronto uniscono la storia di Hélène e di Gabriel, di un cavaliere ferito nel tentativo di salvarla dalle trame crudeli dello Stregone, mentre la follia del rogo cala sopra i destini di un sentimento morto e di un altro rinato.
Pagina ufficiale del romanzo: http://bit.ly/29AXzD4
Dove trovare il libro:
eBook | StreetLib
ISBN: 9788827561560 | Prezzo € 2,99 à € 1,99
***Per la
durata del BlogTour l’eBook è in OFFERTA***
brossura | Youcanprint
ISBN: 9788827817056 | Prezzo € 13,00 à € 11,00
***Per la
durata del BlogTour la brossura è in OFFERTA***
IBS à http://bit.ly/2aghqCL
Sai che puoi vincere un premio? Leggi qui:
Commenta questa tappa del BlogTour: avrai in omaggio, subito, l’anteprima in eBook con i primi capitoli del romanzo!
Scrivimi QUI segnalandomi il tuo commento.
Se commenti tutte le altre tappe, avrai in omaggio anche l’eBook che ha ispirato la saga di Caprice: L’errante cavaliere.
giovedì 21 giugno 2018
Blog Tour – Maria Teresa Steri – Come un dio immortale - Il tesoro inaspettato
LoreGasp
Era da diverso tempo che non partecipavo ad un Blog Tour. Quando
ho saputo che Maria Teresa Steri, blogger di Anima di Carta, aveva pubblicato
un altro romanzo, Come un dio immortale, che stava portando in tournée presso i
blog interessati, mi sono lanciata anch’io.
E avendo appena parlato di un tempo degli dei, mi sembra
doveroso continuare a parlare di questa dimensione così affascinante.
Cliccando qui, trovate l’elenco completo dei blog che hanno
partecipato al blogtour Come un dio immortale.
La sinossi del romanzo:
Aggredito in un parco cittadino, Flavio si risveglia nella
baracca di una giovane senzatetto, Lyra. Dopo essersi presa cura di lui per tre
giorni, la donna lo manda via in modo brusco.
Tornato a casa, per Flavio nulla è più come prima. Il
rapporto con la fidanzata va a rotoli, mentre crescono la passione e
l'ossessione per la misteriosa Lyra. Indagando, Flavio apprende che a sei anni
è scomparsa da casa senza lasciare tracce. Il suo caso però non è l’unico in
città. Negli ultimi vent’anni, altre sei persone sono sparite nel nulla, e
tutte erano collegate a un noto scrittore dell’occulto.
Convinto che Lyra sia scappata da una setta, Flavio è deciso
a liberarla dal suo oscuro passato. Ma quando scopre che dietro la sua storia
si cela una verità del tutto diversa, comincia a capire di essere anche lui una
pedina di un gioco più grande, iniziato cinquant’anni prima. Un gioco che si fa
sempre più pericoloso e che lo costringerà a mettere in dubbio tutto ciò che sa
della sua vita e della realtà che lo circonda.
Ecco dove potete procurarvelo:
Disponibile su Amazon in versione cartacea o ebook:
https://www.amazon.it/dp/B076VXT4J1/
GRATIS con Kindle Unlimited
I primi capitoli sono liberamente scaricabili da qui: http://bit.ly/2yEF0Z9
mercoledì 20 giugno 2018
Giovanni Magistrelli – Il tempo degli dei – Abbiamo forse delle certezze?
LoreGasp
“E consigliato a tutti quelli che hanno solo certezze: non
li invidio.”
E’ la seconda parte della dedica di Giovanni Magistrelli all’inizio
de Il tempo degli dei, Astro Edizioni, il terzo autore della presentazione Cosa
bolle nella pentola dello scrittore? del 12 maggio presso la Libreria
Belgravia, con Omar Fassio e Mara Cassardo, di cui ho scritto nei giorni
precedenti.
L’ingrediente principale di questa grande pentola in ebollizione, ormai è chiaro, è la dimensione interiore. Eliodoro e Roberta,
tramite lo sport e una carta dei Tarocchi, iniziano un viaggio di esplorazione
e di crescita all’interno di se stessi, trovando il proprio centro e il proprio
equilibrio. Giovanni Magistrelli, con il suo gruppo di personaggi, mostra un
volto interessante di quella stessa interiorità, attraverso il filtro delle
religioni. Non si poteva tralasciare l’elemento divino, quando si parla di
quello spazio infinito ricoperto di altrettante infinite etichette, come
spiritualità, interiorità, religiosità, e altre ancora.
Andiamo con ordine, perché il discorso è ampio, intrecciato
a più livelli. Il titolo Il tempo degli dei non è scelto a caso, e non è
astratto: tra i personaggi del libro troviamo proprio una schiera di dei, e di
un lignaggio altissimo. Si tratta dei mitici Asi scandinavi: Odhinn e i suoi
figli, tra cui spiccano Thorr, Baldhr, Tyr e quello meno rassicurante di tutti,
Loki. Proprio il dio del Chaos, nonché degli inganni (secondo la mitologia
norrena, che ne fa un ritratto completo), colui che non perde mai un’occasione
per sparigliare le carte, e mettere tutto a soqquadro. E quando parlo di tutto,
parlo di tutto il mondo, e di tutti i mondi. Stiamo sempre parlando di dei, e
quando si muovono, lo fanno su larga, larga scala.
martedì 19 giugno 2018
Mara Cassardo – Arcana Permutatio – Quando il fascino del mistero si moltiplica
LoreGasp
Se una carta dei Tarocchi vi dicesse dove andare, le credereste o la lascereste sola con le sue presunte bugie?
Domanda interessante. Prima di rispondere di getto (sì – no – Tarocchi chi?), sottolineo subito che è la domanda che apre la sinossi di Arcana Permutatio, ultimo romanzo di Mara Cassardo per Astro Edizioni, uscito a ridosso del Salone del Libro. Ed è il secondo titolo nella presentazione Cosa bolle nella pentola dello scrittore? organizzata il 12 maggio dalla Libreria Belgravia, con Omar Fassio (di cui ho scritto ieri) e Giovanni Magistrelli.
E ora, cosa rispondereste ad una domanda del genere? Io dovrei scrivere un post a parte. O forse una serie di post, perché l’argomento dei Tarocchi è vasto, affascinante, mutevole e capace di incatenare per ore e ore.
Niente distrazioni, però. Questo non è un libro sui Tarocchi, nonostante campeggi in copertina il primo Arcano (quello più affascinante, detto per inciso), Il Matto, e il sottotitolo sia Il destino nei Tarocchi, e queste carte così antiche ritornino spesso nelle pagine.
Se una carta dei Tarocchi vi dicesse dove andare, le credereste o la lascereste sola con le sue presunte bugie?
Domanda interessante. Prima di rispondere di getto (sì – no – Tarocchi chi?), sottolineo subito che è la domanda che apre la sinossi di Arcana Permutatio, ultimo romanzo di Mara Cassardo per Astro Edizioni, uscito a ridosso del Salone del Libro. Ed è il secondo titolo nella presentazione Cosa bolle nella pentola dello scrittore? organizzata il 12 maggio dalla Libreria Belgravia, con Omar Fassio (di cui ho scritto ieri) e Giovanni Magistrelli.
E ora, cosa rispondereste ad una domanda del genere? Io dovrei scrivere un post a parte. O forse una serie di post, perché l’argomento dei Tarocchi è vasto, affascinante, mutevole e capace di incatenare per ore e ore.
Niente distrazioni, però. Questo non è un libro sui Tarocchi, nonostante campeggi in copertina il primo Arcano (quello più affascinante, detto per inciso), Il Matto, e il sottotitolo sia Il destino nei Tarocchi, e queste carte così antiche ritornino spesso nelle pagine.
domenica 17 giugno 2018
Omar Fassio – Quattro con – Lo sport che trasforma
LoreGasp
Un libro divertente, dolce e che fa riflettere e che arriva con un mese di ritardo su queste pagine… ah, le lettrici ex-furiose, che persone senza cognizione del tempo che sono! Però hanno una buona memoria, e una predisposizione a gustarsi il libro in quel contenitore illimitato, in quello spazio in cui amano entrare ad ogni piè sospinto.
Ho letto il libro e conosciuto il suo autore, Omar Fassio, un mese e mezzo fa in occasione di una presentazione organizzata dalla Libreria Belgravia di Torino, nell’ambito degli eventi per il Salone Off, sabato 12 maggio. Sì, il Salone di Torino. È suo il fantasma che aleggia in queste pagine, che non ho ancora concretizzato. Lo faccio a partire dai libri che ho letto, e che sto leggendo.
Per Belgravia, è nato un confronto a tre autori + blogger: Omar Fassio, con Quattro con, Mara Cassardo, con Arcana Permutatio, e Giovanni Magistrelli, Il tempo degli dei. Il filo comune tra gli scrittori è la casa editrice, Astro Edizioni, ed uno sguardo d’esplorazione sulla crescita interiore degli esseri umani, che segue canali e manifestazioni diverse nei loro libri.
Per Omar Fassio, il canale che trasforma è lo sport, o meglio, “uno sport che non è uno sport”, come da sue parole. Al centro del suo libro troviamo Eliodoro, che impariamo subito a chiamare Elio per velocità e pudore del personaggio stesso; è un tredicenne che non ama moltissimo il suo nome e lo abbrevia per ripararsi dalla crudeltà degli sbeffeggi altrui. Inizia il liceo a Torino mentre apriamo il libro e impariamo subito a rincorrerlo. Non è un tipo che sta molto fermo, Elio… e non perché ami muoversi o pratichi uno sport di velocità, ma perché ama sfuggire. Sfugge ai genitori, sfugge ai compagni, sfugge a se stesso. È un teppista? Un ragazzino che s’invischia in giri strani, in cerca di avventure?
Un libro divertente, dolce e che fa riflettere e che arriva con un mese di ritardo su queste pagine… ah, le lettrici ex-furiose, che persone senza cognizione del tempo che sono! Però hanno una buona memoria, e una predisposizione a gustarsi il libro in quel contenitore illimitato, in quello spazio in cui amano entrare ad ogni piè sospinto.
Ho letto il libro e conosciuto il suo autore, Omar Fassio, un mese e mezzo fa in occasione di una presentazione organizzata dalla Libreria Belgravia di Torino, nell’ambito degli eventi per il Salone Off, sabato 12 maggio. Sì, il Salone di Torino. È suo il fantasma che aleggia in queste pagine, che non ho ancora concretizzato. Lo faccio a partire dai libri che ho letto, e che sto leggendo.
Per Belgravia, è nato un confronto a tre autori + blogger: Omar Fassio, con Quattro con, Mara Cassardo, con Arcana Permutatio, e Giovanni Magistrelli, Il tempo degli dei. Il filo comune tra gli scrittori è la casa editrice, Astro Edizioni, ed uno sguardo d’esplorazione sulla crescita interiore degli esseri umani, che segue canali e manifestazioni diverse nei loro libri.
Per Omar Fassio, il canale che trasforma è lo sport, o meglio, “uno sport che non è uno sport”, come da sue parole. Al centro del suo libro troviamo Eliodoro, che impariamo subito a chiamare Elio per velocità e pudore del personaggio stesso; è un tredicenne che non ama moltissimo il suo nome e lo abbrevia per ripararsi dalla crudeltà degli sbeffeggi altrui. Inizia il liceo a Torino mentre apriamo il libro e impariamo subito a rincorrerlo. Non è un tipo che sta molto fermo, Elio… e non perché ami muoversi o pratichi uno sport di velocità, ma perché ama sfuggire. Sfugge ai genitori, sfugge ai compagni, sfugge a se stesso. È un teppista? Un ragazzino che s’invischia in giri strani, in cerca di avventure?
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